Atterra a Campochiaro in elicottero, poi un breve confronto col presidente della Regione Toma in giunta e via, in Prefettura. Davanti al Palazzo del Governo riabbraccia Antonio Chieffo, un vecchio amico che negli anni del governo Iorio è stato anche assessore alla Protezione civile.
Al termine del vertice, il capodipartimento Angelo Borrelli è estremamente chiaro: «La Commissione grandi rischi ha esaminato l’andamento della sismicità e ha rilevato che non si possono escludere ulteriori scosse anche di più elevata intensità. Per queste ragioni abbiamo attivato insieme con il presidente della Regione, il prefetto, i sindaci e le istituzioni territoriali una serie di presidi a garanzia dell’assistenza alla popolazione. Si sta procedendo con verifica dei danni riscontrati, con l’assistenza alla popolazione, bisogna tenere – sottolinea – la massima attenzione anche da parte dei cittadini e coloro i quali non si sentono sicuri di stare nella propria abitazione: possono rivolgersi ai Comuni nei punti di assistenza messi a disposizione».
Anche nella notte nuove scosse significative – 3.1 e 3.2 – e altre ancora saranno registrate in giornata, nel tardo pomeriggio quella di 2.9 a Montecilfone. «Fin quando non si fermerà lo sciame – è la raccomandazione di Borrelli – bisogna stare attenti e adottare misure precauzionali che l’amministrazione ha adottato e i cittadini sono invitati ad adottare».
Al tavolo della Prefettura, insieme alla prefetta Maria Guia Federico, al governatore Toma e l’assessore Cavaliere (e ai capidipartimento Giarrusso, Pillarella e Mogavero), ci sono anche i vertici regionali delle forze dell’ordine, dei Vigili del fuoco, di Molise Acque, dell’Anas, della Provincia di Campobasso, dell’Ufficio scolastico regionale.
Borrelli ha ribadito la vicinanza delle istituzioni centrali e ha analizzato insieme ai rappresentanti istituzionali i dati sull’attività fin qui svolta: 61 tende montate e circa 240 persone provvisoriamente alloggiate; 472 verifiche dei Vigili del fuoco con 45 interdizioni all’utilizzo, compresi alcuni edifici scolastici e di culto; le forze di polizia sono impegnate per garantire la sicurezza e prevenire atti di sciacallaggio; attivi i presìdi della Polizia Stradale e dei Carabinieri lungo la viabilità alternativa su cui è stato deviato il traffico, dopo l’interdizione del viadotto di Ponte Liscione; squadre congiunte di Anas e Provincia sono al lavoro per risolvere i problemi alla viabilità.
La parole di Borrelli, commenta la capogruppo della Lega in Consiglio regionale Aida Romagnuolo, hanno creato altra paura fra la popolazione già allarmata. «Quella dichiarazione fatta in quel modo in queste ore preoccupa non poco, è terribile. Del dottor Borrelli ho la massima fiducia e accetto totalmente il suo invito a tenera alta la guardia ma, nella preoccupazione generale, forse avrebbe fatto bene solo ad invitare i cittadini che non si sentono sicuri nelle proprie abitazioni, di rivolgersi ai Comuni nei punti di assistenza».

r.i.

Il presidente dell’Ingv Doglioni: simile al sisma disastroso della Capitanata

Il 30 luglio 1627, il sisma che ancora oggi è il più forte mai avvenuto in provincia di Foggia.
Il terremoto della Capitanata, magnitudo 6.7, ebbe effetti distruttivi a Lesina e San Severo. Si comprende perciò come mai il riferimento a questo terremoto del presidente dell’Ingv Carlo Doglioni abbia alzato non poco la soglia di attenzione dei molisani.
«In questa specifica zona dove è in corso la sequenza – ha detto dopo il tavolo in Prefettura – non ci sono stati nel passato eventi sismici importanti ma questo non significa che non ci possano essere in futuro. E strutture simili hanno dato per esempio il terremoto della Capitanata nel 1627, che è stato di magnitudo 6.7».
Il Molise è contraddistinto dal movimento estensionale dell’Appennino, a cui gli esperti hanno ricondotto ad esempio anche il sisma di due anni fa ad Amatrice. Nella zona dell’epicentro delle scosse (Montecilfone, Palata e in queste ore Larino) attualmente, ha spiegato Doglioni, c’è un rilascio di energia «che evidentemente si è acculata nel corso dei decenni, secoli passati. Stiamo cercando di monitorare questi movimenti, cercando di capire quello che sta succedendo. Oggi non siamo in grado di prevedere i terremoti, stiamo cercando però di imparare il dna che caratterizza ognuno di questi eventi». Sismologi ed esperti dell’Ingv da lunedì sono nei paesi dell’epicentro.
Premesso che il Molise è a rischio sismico, alla popolazione Doglioni raccomanda innanzitutto consapevolezza. «Da cittadino, la prima cosa che farei è chiedermi se la mia casa è antisismica o meno, se è in grado di resistere a un importante o no. Credo che l’importante sia innanzitutto essere a conoscenza del pericolo e cercare di capirlo sempre di più e questo è compito della ricerca. Amministratori e cittadini devono essere consapevoli sempre di più di vivere in un territorio sismico e adottare tutti i criteri di possibile protezione civile».

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