Ormai le immagini dei cassonetti stracolmi e di rifiuti abbandonati un po’ ovunque postate sui social non si contano più. È un dato di fatto: man mano che la raccolta differenziata si estende nei quartieri di Campobasso i furbetti che non vogliono adeguarsi al servizio quotidianamente ‘emigrano’ nelle zone dove sono ancora sono presenti i vecchi cassonetti per gettare l’immondizia. Risultato? I residenti dei quartieri non interessati dalla differenziata non sanno dove conferire i rifiuti, la città risulta sempre più sporca e non sempre gli operatori delle Sea riescono a fronteggiare l’emergenza. L’ennesimo esempio di inciviltà riguarda la collina Monforte (nel centro storico il servizio è partito più di due anni fa, ndr) ed è stato segnalato dal consigliere pentastellato Simone Cretella.
«Una discarica a cielo aperto ai piedi della collina Monforte: è la drammatica situazione in cui si presenta il versante della collina compreso tra via Garibaldi e Viale del Castello. Da una semplice osservazione è infatti possibile scorgere ogni sorta di rifiuto abbandonato all’interno della vegetazione che, benché molto fitta, non riesce a nascondere quello che oramai è diventato un incredibile substrato artificiale di monnezza che ricopre gran parte del sottobosco.
La zona, peraltro ricadente all’interno di un SIC ( Sito di Importanza Comunitaria), per alcune peculiarità naturalistiche ivi presenti, anziché rappresentare, così come meriterebbe, un fiore all’occhiello della città, è diventata una discarica libera per quanti frequentano e transitano abitudinalmente in quel tratto e che, approfittando della fitta vegetazione e della marcata pendenza che “fa sparire” tutto verso il basso, sversano in maniera indiscriminata i loro rifiuti nella pineta, magari per aggirare in maniera tanto ignobile quanto incivile, il corretto conferimento con la raccolta differenziata, peraltro presente con il comodo servizio “ecostop” di porta San Paolo o porta Mancina, proprio a pochi passi dal punto di maggiore concentrazione dei rifiuti.
Ne sono testimonianza i tanti sacchetti di rifiuti domestici disseminati ovunque, ai quali si vanno ad aggiungere oggetti ingombranti, lattine, bottiglie e resti di bivacchi, ma anche gli immancabili calcinacci il cui smaltimento in città, per i privati, resta ancora praticamente impossibile, dando vita al triste fenomeno dell’abbandono nelle cunette o nelle scarpate dell’intero territorio cittadino.
Appare evidente che l’area soffre di un atavico abbandono e della totale carenza di sorveglianza; al riguardo l’installazione di una telecamera o di foto trappole potrebbe rappresentare il più semplice ed efficace dei deterrenti per scoraggiare i malintenzionati che spesso agiscono nella maniera più indisturbata; risale solo a pochi giorni fa l’ultimo increscioso episodio che ha visto alcuni operai scaricare in tutta serenità ed alla luce del giorno, il carico di materiali di risulta ed oggetti ingombranti del loro furgone (di cui purtroppo non è stata rilevata la targa).
Ancora una volta ci troviamo davanti alla doppia responsabilità dei cittadini e delle istituzioni: da un lato il gravissimo livello di inciviltà di tantissimi cittadini (non pochi evidentemente), che spesso sconfina in veri e propri reati ambientali, dall’altra la totale mancanza di sorveglianza, manutenzione e radicali interventi di bonifica, quanto mai necessari, di un sito che meriterebbe certamente più attenzione rispetto al totale disinteresse fino ad oggi registrato».

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