La conferma è arrivata dal direttore sanitario dell’ospedale Cardarelli Filippo Vitale: a Campobasso è stato registrato il primo caso di encefalite da Febbre del Nilo del Molise. La donna che ha contratto il virus ha 79 anni ed è stata ricoverata ieri mattina nel reparto di Rianimazione del presidio di contrada Tappino. I campioni ematici sono stati inviati dal reparto di Malattie infettive all’ospedale Spallanzani di Roma che confermato la presenza nel sangue del virus West Nile. Dal Cardarelli i medici restano molto cauti e poco trapela sulle condizioni della donna di origine greche, ma riferiscono che non c’è alcun pericolo di contagio perché il virus non si trasmette da persona a persona, ma solo attraverso la puntura di insetti o da uccelli. La febbre del Nilo (West Nile Fever) è provocata dal virus West Nile, o virus del Nilo, che si trova in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.
Il virus del Nilo è della famiglia dei Flaviviridae ed è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, da cui poi si è diffuso in praticamente tutto il mondo e che è responsabile della Febbre del Nilo dell’Ovest, o febbre West Nile. Il virus viene trasmesso all’uomo da uccelli selvatici e zanzare, e più raramente da trapianti, trasfusione e trasmissione madre-feto in gravidanza.
Non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette e può raggiungere anche cavalli, cani, gatti e conigli.
Il tempo di incubazione varia da 2 a 14 giorni, o 21 nei soggetti con deficit nel sistema immunitario.

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