Le parole pronunciate dal procuratore Nicola D’Angelo in conferenza stampa hanno avuto l’effetto sperato. La ‘guerra’ alla tossicodipendenza va combattuta ad ogni livello, con un lavoro di squadra tra forze dell’ordine, scuola ed istituzioni. All’appello ha risposto il consigliere comunale Alberto Tramontano che ha presentato una mozione urgente al fine di contrastare il dilagare dello spaccio e del consumo di droga, soprattutto tra i giovanissimi, che sarà discussa durante la prossima seduta dell’Assise di Palazzo San Giorgio. Un’iniziativa, sostenuta e sottoscritta anche dalle consigliere Carla Fasolino e Marialaura Cancellario. «Il nostro territorio è a rischio- evidenza l’esponente della Lega – le nostre famiglie sono a rischio; il nostro tessuto sociale si sta disintegrando. Davanti a questo scenario le istituzioni pubbliche non possono e non devono rimanere inerti. La droga genera morte, distruzione, annienta i singoli e devasta intere famiglie e quindi ha effetti gravissimi sull’intera società. È necessario partire dalle scuole, è necessario che i nostri studenti conoscano in profondità cosa rappresenti la droga e quali rischi nasconda. Del resto risultano davvero preoccupanti i dati circa l’età degli adolescenti che solitamente cominciano a drogarsi fumando quello che viene banalmente definito spinello o canna e che nell’immaginario collettivo ‘non fa male’, anche se negli ultimi anni è stato scientificamente rilevato come sia notevolmente aumentato il valore di Thc della cannabis. Il Comune di Campobasso dovrà fare la sua parte. È una sfida che può segnare il futuro della nostra comunità». La mozione, partendo dal numero degli iscritti al Serd (1.300 persone ma non tutti fanno ricorso alla struttura, a partire da chi fa uso di oppiacei), punta ad impegnare sindaco e giunta ad approntare con urgenza un piano straordinario di formazione-informazione rivolto alle agli studenti e alle famiglie della città di Campobasso, coinvolgendo gli organi giudiziari, le forze dell’ordine, i referenti del Serd, le Comunità di recupero.

Da 30 anni in prima linea per combattere le dipendenze, la missione di padre Lino

Il fenomeno lui lo conosce bene. Prova a combatterlo da trenta’anni, ospitando nella sua comunità i ragazzi che sono caduti nel ‘giro’ e che da soli non riescono più a uscirne. A lui si rivolgono i genitori preoccupati e a volte impotenti. Padre Lino Jacobucci è un punto di riferimento per le tante famiglie che vedono i propri cari distruggersi con la droga, l’alcol e la ludopatia. E dunque, chi meglio di lui può intervenire nel dibattito aperto dalla Procura: «Il grido allarmato del procuratore della Repubblica di Campobasso – scrive – sembra aver svegliato quelli che in questi anni hanno vissuto il fenomeno della tossicodipendenza come fosse “roba” di alcuni particolarmente sfigati. Si sono chiesti: ma è davvero così pervasiva e dannosa la droga? Così pericolosa? Ascoltare, poi, la notizia che la nostra piccola regione vanti dei primati a livello nazionale (consumo di droga, alto numero di tossicodipendenti, primi nella ludopatia, 500 milioni di euro spesi dai molisani in un anno) pongono interrogativi allarmati. In risposta al grido del procuratore molti cercano di saltare sul carro di Tespi pronti a recitare a soggetto una parte difficilissima.
Personalmente, anche per la trentennale esperienza acquisita sul campo, devo riconoscere che una generazione è stata completamente bruciata, un’altra, quella attuale, rischia di fare la stessa fine.
Se si vuole scongiurare che questo avvenga è necessario mettere in atto strategie serie e a tutto campo.
Il tempo in cui la repressione sembrava dovesse sconfiggere il commercio e l’uso delle sostanze ha conosciuto il suo fallimento (?). Per questo le forze dell’ordine hanno deciso di indirizzare il proprio intervento anche nel campo della prevenzione per incontrare adolescenti e giovani nei luoghi di aggregazione, nelle scuole, nei luoghi di incontro.
Lodevolissima iniziativa! Gli addetti ai lavori, però, sanno benissimo quali interventi e dove vanno posti.
Il primo nella famiglia: che essa viva un tempo di crisi e d’identità è risaputo. E’ la famiglia la prima agenzia educativa. Bisogna, allora, che da parte delle Istituzioni ci sia una vera, amorevole, preoccupata attenzione e una politica in suo favore, perché i genitori siano i primi educatori. Possano conoscere i propri figli, dialogare e stare con loro. Ma hanno il tempo per farlo? E’ più facile che altri lo facciano per loro?
Sarà possibile fare scelte politiche più serie?
Quotidianamente da mamme, meno da papà, che si sono svegliati da un brutto sogno mi dicono: “Mio Figlio fuma. Che cosa devo fare?” Io rispondo: “Ammazzalo”. E’ una risposta provocatoria e brutale, ma carica di affetto e preoccupazione per l’adolescente in questione e fa comprendere al genitore che bisogna iniziare un periodo di lotta e di sangue, poiché la droga, anche e soprattutto quella detta leggera che qualcuno di tanto in tanto vorrebbe legalizzare, è ancor più devastante e pericolosa, perché geneticamente modificata nel THC.
Facile immaginare le conseguenze e i danni su strutture in crescita. Possono esserci danni irreversibili!
Alla Famiglia dico: riscopri la tua Missione! Al pubblico dico: politiche serie!
Poi la Scuola: agenzia formativa da mettere sullo stesso piano della Famiglia, non fosse altro, perché nella scuola passano tutti i bimbi, gli adolescenti, i giovani.
Conosco la fatica e lo scoramento degli insegnanti a far passare certi messaggi. In questi anni sono stato invitato con l’equipe di esperti nelle scuole di ogni ordine e grado. Che fatica, a volte. Stabilire un contatto con i giovani! Luoghi comuni, Sorrisetti. Da parte loro la convinzione di poter smettere quando si vuole.
E poi la facilità di accedere a tutte le droghe!
Il Pubblico: dobbiamo riconoscere, che poco o nulla è stato messo in campo da chi dovrebbe avere a cuore il bene della società, dei più deboli, ma anche dei più forti, perché alcuni venissero salvati, altri aiutati a non cadere in sogni fatui e viaggi senza ritorno. I tempi in cui il D.P.R. 309/90 metteva in campo cospicue risorse sono un lontano ricordo. Quanti progetti! Quante iniziative! Oggi ci sono gli ambiti!
I servizi pubblici non sono in grado di poter lavorare, perché sott’organico e senza mezzi.
Attenzione, poi, alle nuove droghe! Ogni giorno riceviamo dalle riviste specializzate notizie allarmanti su nuove droghe di cui non si conosce la molecola. Di questi giorni la notizia della morte di un giovane, morto per overdose di una sostanza succedanea dell’eroina molto più devastante. I giovani vanno informati, anche se non sempre l’informazione vuol dire starne lontani.
Ci sono poi le nuove dipendenze, come il gioco d’azzardo patologico (GAP). Anche in questo siamo al primo posto in Italia. Nella nostra regione nell’ultimo anno sono stati spesi 500 milioni di euro, cifra esorbitante.
Da alcuni mesi abbiamo anche una legge regionale, che ha bisogno di risorse e decisioni a volte impopolari, perché colpiscono interessi di pochi.
E’ necessario assolutamente limitare il proliferare di sale slot e far rispettare le poche decisioni (lontano dai luoghi sensibili etc..). Come pure dare ai Comuni alcuni poteri quali quelli di incentivi e sgravi per quegli esercizi che decidessero di non mettere slot.
A giorni partirà per iniziativa della Comunità “La Valle” una campagna ‘No slot’.
Bisogna fare contrasto e cura. A tal proposito porto a conoscenza che già da tre anni abbiamo attivato a spese della Comunità “La Valle” una piattaforma informatica ( www.failtuogioco.it), consultando la quale, in modo del tutto anonimo, è possibile comprendere se si è a rischio e/o si è già dentro al problema.
C’è, ancora, un gruppo di mutuo aiuto sulla metodologia di alcolisti anonimi che si riunisce tutti i martedì. I risultati sono incoraggianti.
Il gruppo, peccato, è piccolo. E’ difficile infrangere il muro della vergogna e della immagine.
Abbiamo, tempo addietro, ancora a nostre spese, fatto informazione-prevenzione con cartelloni pubblicitari su pullman di città, con lo slogan: “la Vita è un gioco; non giocartela” in cui un papà gioca con i figli, dall’altra parte un papà incollato ad una slot. Anche per questo una tristezza!
Il nostro pullman era a volte seguito da un altro pullman che propagandava il gioco con l’immagine di una bella ragazza che con il pollice in su e l’occhiolino gioiva per una vincita. Anche per questa problematica chiediamo interventi seri che disciplinino la propaganda e limitino il proliferare delle sale slot.
Una parte non vorremmo interpretare: “quella dello scemo del villaggio” che quando gridò “al fuoco, al fuoco, il circo sta bruciando” nessuno gli credette. Il circo andò miseramente a fuoco.
“Abbiamo un sogno”: che ci sia un mondo in cui godere in libertà e serenità le tante cose belle che sono alla nostra portata. Per realizzare questo sogno ci auguriamo scendano in campo tutti quelli che hanno a cuore il bene e il futuro delle nuove generazioni».
P. Lino Jacobucci

Un Commento

  1. Mara Iapoce scrive:

    Non deve essere pronta solo una mozione, devono essere pronti: ORATORI funzionanti con capillari attività per la crescita morale del giovane, centri di aggregazione non all’acqua di rose, centri culturali. Le nuove e le vecchie generazioni sono allo sbando in una città senza più un’identità!

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