Il Molise è terra ad alto rischio sismico, è un dato ormai assodato. Come pure l’attenzione ‘maniacale’ di genitori, associazioni e società civile sul tema della sicurezza delle scuole. E non poteva essere altrimenti per una regione che ha pagato a caro prezzo l’approssimazione in materia di edilizia scolastica. La ferita del 31 ottobre del 2002 non si è di certo rimarginata. Da allora le amministrazioni comunali hanno dovuto fare i conti con un problema che ha assunto i contorni della vera e propria emergenza: plessi costruiti ben prima degli anni ’80 e dunque senza il rispetto delle norme antisismiche, bilanci ‘stretti’ e poche risorse costruire nuove scuole. Lo sa bene il sindaco di Campobasso che ieri mattina è finito sulle colonne del Corriere delle Sera, intervistato insieme al consigliere delegato all’edilizia scolastica Giuseppe D’Elia dal giornalista Carlo Vulpio. Il dato, ben noto ai campobassani e agli addetti ai lavori, fa riflettere: in 10 anni – dunque dall’inizio della consiliatura Di Bartolomeo – nel capoluogo sono stati chiusi 20 edifici scolastici. Una notizia rimbalzata pure su Tgcom, RaiNews 24, Tg5 e Sky. L’elenco è lungo e tocca tutti i quartieri della città: la Montini di via Scarano, le scuole di Mascione, di via Crispi, di via D’Amato solo per citarne alcune. Altre invece sono state al centro di interventi di adeguamento o miglioramento sismico, come la Don Milani e la scuola di via Gorizia. Per avere un quadro sulla situazione degli edifici scolastici Palazzo San Giorgio ha commissionato uno studio di vulnerabilità sismica all’Università degli Studi del Molise, che a breve verrà completato (all’appello mancano 3 scuole).
Ma quello che emerge sul Corriere è la necessità di un intervento del governo per andare incontro alle esigenze dei Comuni, che pur ‘mettendoci del loro’, da soli non possono fronteggiare l’emergenza.
«Le vie del centro senza la vitalità delle scuole sembrano un mortorio, è vero – dice il sindaco sul Corriere – e penalizzano le attività commerciali, ma il sacrificio verrà ripagato nel giro di qualche anno, con le nuove scuole che saranno costruite al posto delle vecchie, da abbattere, e dalla certezza di essere al sicuro. I soldi? La giunta ha deciso di dirottare a favore alle scuole 11 milioni di euro destinati alla mobilità e 6 milioni ricavati dalla vendita di alcuni immobili comunali, ai quali vanno aggiunti i 3,3 milioni del bando «scuole innovative» finanziati dall’Inail. In tutto, 20 milioni. Ma ne occorrerebbero altri 10. I governi da tempo dovevano destinare risorse ai Comuni per le scuole -l’appello -. Ecco, lo facciano adesso, subito. Dopo la sciagurata cancellazione dei fondi per la riqualificazione delle periferie sarebbe il minimo».

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