Il clima di sfiducia è palpabile in città. Lo testimoniano i manifesti di protesta che sono stati affissi sia davanti a Palazzo San Giorgio che in piazza Vincenzo Cuoco. La biblioteca Albino rischia di non riaprire più i cancelli. La storica struttura di via D’Amato è chiusa da più di due anni, dopo che la riforma Delrio ha declassato la Provincia ad ente di II livello e parte delle sua funzioni, tra cui la Cultura, sono passate alle Regioni. Dal 2016 ha preso il via l’iter per il ‘trasferimento’ della biblioteca tra le competenze del Mibac, insieme alla sede del Museo Sannitico ‘Palazzo Mazzarotta’, la collezione di Giuseppe Ottavio Eliseo, le opere del Maestro Antonio Pettinicchi, il patrimonio documentario degli Archivi storici provinciali, i due edifici di proprietà della Provincia di Isernia presenti nell’area del Museo del Paleolitico e il percorso di accesso al sito archeologico di Pietrabbondante.
Ma nonostante gli annuncia dell’ex direttore del Polo Museale Vincenzo Lombardi, la biblioteca non è stata più riaperta. Della questione si è interessata la deputata del Movimento 5 Stelle Rosalba Testamento, che qualche settimana fa ha presentati un’interrogazione in Commissione Cultura. Ebbene, il sottosegretario Gianluca Vacca ha riferito che il Mibac ha appena ricevuto una richiesta di convocazione di una riunione dal Direttore del Polo Museale del Molise, al fine di definire dal punto di vista amministrativo la vicenda della Biblioteca Pasquale Albino di Campobasso e procedere alla programmazione di una sua adeguata gestione e al restauro del patrimonio librario.
«Rispondendo alla mia interrogazione in Commissione – ha spiegato Testamento – il rappresentante del Governo ha precisato che i tempi di riapertura della Biblioteca si sono allungati a causa della necessità di adeguare e mettere in sicurezza l’edificio, anche rispetto alla normativa antincendio, e ha inoltre garantito che, diversamente da quanto avvenuto in passato, l’attenzione del Ministero sulla Biblioteca è molto alta perché l’obiettivo è la sua riapertura nel più breve tempo possibile». Un problema ‘nuovo’, mai evidenziato fino ad ora, quello della messa in sicurezza dell’edificio.
Né dalla risposta del sottosegretario si evincono tempi certi e costi per gli interventi. Insomma, sulla questione restano ancora troppi punti interrogativi.

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