L’ultimo annuncio, in pompa magna, era stato dato poco più di tre mesi fa dal presidente del Consiglio comunale, Michele Durante, nel corso di una conferenza stampa. Parliamo dell’attivazione delle videocamere per la diretta streaming delle sedute dell’Assise comunale. Ma l’iniziativa, che punta alla ‘trasparenza’ della vita politica all’interno delle mura di Palazzo San Giorgio nei confronti dei cittadini e che è già stata adottata da diversi comuni, ha avuto vita breve: ad un giorno dall’ “inaugurazione”, infatti, il sistema, per problemi tecnici, ha smesso di funzionare. A riportare a galla la questione è il consigliere pentastellato Simone Cretella che in una nota ripercorre le tappe del progetto che, probabilmente, vedrà la luce entro la fine di quest’anno, ossia a consiliatura quasi terminata.
«Tra i primi provvedimenti adottati dal Consiglio Comunale di Campobasso durante questa consiliatura, c’è stata una mozione (l’ennesima) tendente ad impegnare l’amministrazione a rendere pubbliche le sedute del Consiglio e delle Commissioni attraverso la diffusione in streaming via internet.
Un provvedimento, a dire il vero, già proposto ed approvato anche dalla scorsa amministrazione, ma mai reso efficace, tant’è che vennero acquistate ed installate tutte le apparecchiature necessarie (videocamere ed una vera e propria cabina di regia costate parecchie migliaia di euro ai cittadini campobassani), però mai entrate in funzione.
Ebbene, quelle apparecchiature, benché ancora nuove di zecca, sono state recentemente smontate e sostituite da altre ancora più nuove (e costate ancora migliaia e migliaia di euro ai cittadini campobassani…) che però, anche in questo caso, ancora non entrano in funzione.
Qual è il problema? Semplice: l’occhio del “grande fratello”, e quindi la possibilità di essere “sorvegliati”, visti e rivisti da casa dai cittadini non piace a tantissimi consiglieri comunali ma, non potendo negare un sacrosanto principio di trasparenza, si sono cercate ed attuate tutte le peggiori strategie per rimandare il più possibile la partenza di questo servizio, oramai di ordinaria amministrazione per tantissimi comuni oltre che per i consigli regionali nonché la Camera ed il Senato.
E allora – incalza Cretella – quale arma peggiore del caro, vecchio ostruzionismo? Ciò che poteva essere fatto quattro anni fa in qualche giorno, questa amministrazione è stata capace di (non) farlo in oltre quattro anni, tanto che oggi, novembre 2018, il servizio ancora non viene attivato; l’appostamento delle risorse, poi l’acquisto, poi il montaggio, poi la formazione degli operatori, poi la definizione dei regolamenti ed ancora ogni altro adempimento burocratico elevato all’ennesima potenza, sono stati scientificamente e diabolicamente attuati dall’amministrazione, con tempi biblici ed in maniera tale che potessero trascorrere questi cinque anni in tranquillità, senza il fastidioso ed indiscreto occhio elettronico a spiare le attività del consiglio e delle commissioni.
Solo in questi giorni, sembrerebbe che finalmente si stiano dando gli ultimi ritocchi agli impianti ed è verosimile che entro la fine dell’anno il sistema possa finalmente partire, ma a consiliatura praticamente terminata; ciò nonostante avranno anche il coraggio di vantarsi e fregiarsi di essere stati tanto bravi da rendere l’amministrazione più “trasparente e vicina ai cittadini”.
In sostanza – conclude Cretella – quello che quest’amministrazione non voleva fare non l’ha fatto, ma facendo finta di volerlo fare: l’apoteosi del peggiore politichese».

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