Un ricettacolo di immondizia e ratti, covo di tossicodipendenti come dimostrano le numerose siringhe sparse a terra. Parliamo del fabbricato abbandonato tra in via Friuli Venezia Giulia, nel quartiere San Giovanni. A lanciare l’ennesimo allarme sono stati i residenti e i componenti dell’associazione di quartiere. Un grido disperato raccolto dal Movimenti 5 Stelle – che per altro già l’anno scorso aveva una interrogazione sull’argomento -, che ora ritorna alla carica per chiedere all’amministrazione un intervento urgente. I pentastellati hanno depositato una mozione che sarà discussa nel prossimo Consiglio comunale, tendente ad impegnare la giunta ad adottare con urgenza, ogni provvedimento utile per la bonifica e la messa in sicurezza del manufatto in cemento che insiste all’angolo tra via san Giovanni dei Gelsi e via Friuli Venezia Giulia, un’opera edificata tantissimi anni fa nell’ambito del “contratto di quartiere”, successivamente espunta dallo stesso progetto e lasciata nel più completo abbandono dalle ultime amministrazioni tanto da diventare luogo di allarmante degrado sociale.
«L’area che comprende la costruzione – evidenzia Simone Cretella – risulta oggi inutilmente recintata da una lamiera che costituisce una falso ostacolo poiché facilmente superabile da chiunque voglia introdursi all’interno.
E proprio la facilità di accesso ed al contempo la riservatezza offerta dalle stesse lamiere di recinzione, ha trasformato il sito in un ritrovo abituale di tossicodipendenti e balordi, il tutto proprio a pochissimi passi dall’edificio scolastico dell’istituto “Jovine” situato proprio di fronte.
Lo scenario che si presenta all’interno del recinto è disarmante: vegetazione incolta, rifiuti di ogni tipo, residui di bivacchi, ma soprattutto tantissime siringhe abbandonate ovunque, testimonianza lampante che il sito viene sistematicamente utilizzato quale centrale dello spaccio e del consumo di stupefacenti.
Come se non bastasse, in adiacenza al tristemente noto “bunker”, vi è anche un prefabbricato dismesso, in passato utilizzato per un’attività commerciale, che contribuisce ad accrescere la situazione di degrado dell’intera area.
Il tutto senza considerare il notevole impatto sotto il profilo urbanistico e paesaggistico che l’intero complesso costituisce per l’intero quartiere.
E non a caso, proprio l’associazione di quartiere da anni sollecita un intervento risolutivo sull’area, finalizzato alla rimozione delle attuali lamiere, alla pulizia ed alla bonifica del sito, nonché la realizzazione di efficaci barriere oppure di una recinzione “trasparente”, che consenta la vista dall’esterno e faccia da deterrenza per i malintenzionati di ogni sorta.
Provvedimenti chiaramente da adottare nelle more di un auspicato completamento e recupero dell’edificio, nonché della sua definizione urbanistica che, purtroppo, appare tutt’altro che di rapida soluzione».

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