Una battaglia portata avanti sin dal loro ingresso nell’assise civica. «Una municipalizzata con utili da capogiro e che ogni anno chiude in attivo vuol dire che non ha offerto servizi ai cittadini», lo hanno ripetuto per 5 anni i consiglieri del Movimento 5 Stelle. Il riferimento è alla Sea, la municipalizzata che si occupa della gestione dei rifiuti e del servizio di sgombero neve, guidata dall’avvocato Stefano Sabatini. Ora i grillini hanno incassato una ‘vittoria’ grazie alla delibera di giunta che modifica il contratto la modalità di ‘pagamento’ per il piano neve: il Comune d’ora in avanti trasferirà le risorse dopo il periodo invernale, e non prima, dunque avendo contezza del reale servizio effettuato dalla Sea. Esulta il capogruppo pentastellato Roberto Gravina: «Immaginare di scrivere una nota stampa da consigliere di minoranza che ottiene un risultato amministrativo gestionale per tutta la collettività è già una gran soddisfazione.
Ma la soddisfazione aumenta quando il risultato è stato ottenuto dopo una serie di repliche della Sea, condite da valutazioni personali ai limiti della diffamazione, che oggi lasciano il passo alla verità, una verità fatta di atti concreti che certificano le nostre ragioni.
Il riferimento è alla deliberazione di Giunta comunale 261 del 6 dicembre con la quale si pone fine alla principale causa di produzione di utili ad opera della municipalizzata Sea, e della loro inevitabile tassazione, ovvero ciò che abbiamo (ed ho strenuamente) sostenuto ovvero la corresponsione a consuntivo (e non più a preventivo) dei trasferimenti comunali per la gestione del piano neve.
Infatti, come si ricorderà, è da tempo che avevamo posto l’attenzione sul fenomeno della tassazione degli utili di impresa della partecipata, utili prodotti non già da virtuosismi amministrativo/gestionali, ma da anomali trasferimenti da parte del Comune, di risorse afferenti la gestione dello sgombero neve.
In 7 anni di gestione, Sea ha bruciato la spaventosa cifra di 794.842 euro e questo solo perché il Comune trasferiva alla municipalizzata, più di quanto la stessa spendeva per il servizio, con il risultato di produrre utili di impresa ovviamente da assoggettare a tassazione.
800.000 euro pagati allo Stato come utili di impresa, quindi tasse, quando al contrario potevano essere impiegati per rispondere a reali esigenze della collettività. Dal verde pubblico, alle strade, ai marciapiedi, alla manutenzione del patrimonio comunale e via discorrendo.
Ecco, questo è quanto ho sempre sostenuto ovvero essere minoranza e opposizione, alternare la proposta al controllo ed alla denuncia. E oggi abbiamo ottenuto tanto, anche in barba al consiglio di amministrazione della Sea, sempre troppo preoccupato a replicare astiosamente, che pronto a recepire suggerimenti e proposte utili a tutti.
Da quest’anno, quindi, si pone fine ad una grave responsabilità politica e amministrativa: del sindaco e del suo dirigente responsabile del controllo sulle partecipate, ma anche del management Sea, che per troppo tempo ha beneficiato di erogazioni finanziarie ingiustificate, peraltro onerose per tutta la cittadinanza, arroccandosi su posizioni ingiustificate e ingiustificabili per chi amministra denaro pubblico».

Il Cda replica: la modifica l’abbiamo richiesta noi

E non si è fatta attendere la replica della municipalizzata che ha bollato l’attacco sferrato dal capogruppo del Movimento 5 Stelle Roberto Gravina «l’ennesima cantonata fuori dalla realtà».
«Il nuovo regime di pagamento a consuntivo l’ha chiesto la municipalizzata al Comune di Campobasso – precisa il Cda – nella fase di sottoscrizione del nuovo contratto tra le due parti, concertato dalla Sea con i competenti uffici comunali. Ancora una volta è stato maldestro il tentativo di gettare fumo negli occhi ai cittadini.
Se la Sea avesse chiuso gli ultimi bilanci in negativo avrebbero parlato di ‘mala gestio’. Quando un’azienda chiude in attivo significa che ha lavorato bene, con oculatezza. Per la nostra gestione ci sono arrivati i complimenti anche dai revisori dei conti, che sono professionalità d’un certo spessore. Non vorremmo che questo astio derivi da una causa per diffamazione sporta nei confronti di un rappresentante del Movimento 5 Stelle.
I consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle dovrebbero conoscere i bilanci della Sea, a disposizione di tutti. Negli anni in cui sono stati conseguiti utili, questi sono stati compensati con le perdite degli anni della precedente gestione, quindi di tasse non è stato pagato alcunché. Negli anni successivi la tassazione è stata davvero ai minimi termini, in quanto è stato applicato il principio dell’utile compensato, prima con le perdite pregresse, successivamente col capitale reinvestito in quanto utile investito in servizi per i cittadini. È stato applicato il meccanismo contabile degli Adattamenti per Capitale Reinvestito. Basti pensare che, per il 2016, relativamente all’Ires la Sea ha versato 197 euro.
Per quel che concerne il pagamento a consuntivo relativamente al piano neve, è stata la Sea a chiedere al Comune di Campobasso tale soluzione, per evitare che accadesse che, negli anni di neve copiosa la municipalizzata andasse in passivo, mentre nelle stagioni miti alla Sea restasse un avanzo rispetto ai trasferimenti del Comune. Per quanto, nelle ultime annate, il bilancio è stato di sostanziale pareggio.
A testimonianza dell’ottimo lavoro svolto dal CdA della Sea e da tutta la struttura, il rinnovo del contratto. Per la prima volta il Comune, anziché a scadenze brevi, ha sottoscritto un accordo di nove anni, riconoscendo alla Sea l’assoluta validità dell’azione portata avanti. Un contratto per i cui contenuti c’è stata piena sintonia tra il Comune e la società in house, compresa la clausola di pagamento a consuntivo delle spese del piano neve. Una prerogativa di cui si è discusso anche nella competente Commissione Consiliare Permanente, alla quale è stato presente anche il consigliere Roberto Gravina, che forse non ricorda la circostanza.
La raccolta differenziata – sottolinea la Sea – comporta, tra le altre cose, un incremento notevole di spese, soprattutto in fase di start-up, per i costi delle attrezzature e per l’assunzione di nuovo personale, necessario per portare avanti la nuova azione di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Se la Sea non fosse stata un’azienda sana con un bilancio in attivo, se non avesse avuto un piccolo tesoretto, le maggiori spese sarebbero gravate sui cittadini. Il maggiore costo è stato, dunque, sostenuto dall’azienda municipalizzata, senza pressare ulteriormente sui cittadini, i quali hanno avuto un beneficio non indifferente: non si sono visti aumentare le tasse per far fronte ai costi derivanti dall’avvio della raccolta differenziata».

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