Qualche problema era stato già riscontrato nei giorni scorsi: i genitori degli alunni della Don Milani avevano segnalato il malfunzionamento di alcuni termosifoni e aule fredde. Ieri mattina, al rientro dal ponte dell’Immacolata, l’amara scoperta. Poco dopo le 11.30 gli insegnanti della primaria si sono accorti delle infiltrazioni e che dal solaio tra il primo piano e il piano terra della scuola ‘colava’ acqua. Colpa’di un tubo dell’impianto di riscaldamento rotto che ha provocato l’allagamento di alcune aule. Gli insegnanti hanno immediatamente allertato i Vigili del Fuoco e fatto uscire i piccole dalle classi. Gli uomini del 115 sono arrivati immediatamente in via Leopardi ed hanno effettuato le prime verifiche. Nella scuola di Vazzieri si è precipitato pure il sindaco Antonio Battista per accertarsi della situazione. Pare che il danno non sia di poco conto: dal sopralluogo i vigili hanno riscontrato pensanti infiltrazioni d’acqua al solaio e anche sulle pareti. Tanto che ieri pomeriggio il primo cittadino ha firmato l’ordinanza per la sospensione delle attività didattiche della scuola primaria nelle giornata di oggi. Una chiusura che potrebbe anche protrarsi. E l’episodio di ieri ha inevitabilmente riacceso le polemiche sui lavori effettuati sulla struttura di via Leopardi. L’edificio è stato chiuso nel 2016 dopo che l’equipe degli ingegneri Unimol aveva messo nero su bianco tutte le criticità che presentava la struttura, ‘consigliando’ al Comune di abbatterlo o di adeguarlo simicamente. L’amministrazione Battista optò per questa seconda soluzione. La storia è poi nota: la struttura venne divisa in due porzioni e i lavori interessarono solo il corpo B dell’edificio per un importo di 370mila euro. Cifra poi lievitata a 480mila euro proprio per adeguare l’impianto di riscaldamento, dei bagni e dell’impianto energetico. È stata pure sostituita la caldaia e rimessa a nuovo la copertura del tetto. Eppure, a tre mesi dalla riapertura della Don Milani (a settembre gli alunni delle 18 classi sono rientrati nella loro scuola dopo due anni di doppi turni e sistemazioni provvisorie), si è presentato un nuovo problema. Il capogruppo di Democrazia popolare Francesco Pilone, da sempre contrario alla soluzione dell’adeguamento – «con quella cifra si sarebbe potuta costruire una nuova scuola invece di mettere le toppe ad una struttura del 1978» ha ripetuto più volte in Aula – ha già depositato una interrogazione urgente sulla questione.
«Parliamo di una scuola che è stata consegnata alla collettività due mesi or sono – ha detto – dopo interventi di adeguamento sismico. Seppur da sempre contrario, orgogliosamente, di questi lavori oggi si vedono i frutti. Ahimè parliamo di interventi su una struttura vecchia di 40 anni che ha avuto appostamenti di mezzo milione di euro in 4 anni. Si faceva una scuola nuova».

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