Prevenire prima che reprimere. È l’obiettivo del Comando provinciale dei Carabinieri di Campobasso rimarcato ieri mattina dal tenente colonnello Emanuele Gaeta che ha tracciato il bilancio dell’attività svolta nell’anno appena trascorso. E, dati alla mano, la prevenzione sul territorio ha dato i suoi frutti anche nel 2018: «Il numero di persone controllate è aumentato considerevolmente rispetto al 2017, circa 5000 in più – ha spiegato Gaeta – e ciò ha portato ad una riduzione (del 10%) dei furti e delle rapine. E questo trend sarà confermato anche nell’anno in corso, in modo tale da prevenire in maniera più efficace i reati».
In generale l’andamento della delittuosità riscontrato in provincia di Campobasso nel corso del 2018 delinea un territorio che non soffre problematiche particolarmente allarmanti, e i reati consumati generalmente s’inseriscono in un contesto di criminalità comune.
I reati predatori sono stati commessi soprattutto nella fascia costiera e nel capoluogo con il suo hinterland, prevalentemente da pendolari del crimine provenienti dalle regioni limitrofe ed in particolare dalla provincia di Foggia.
Tali reati incidono maggiormente sulle condizioni della sicurezza pubblica percepita dalla collettività, intaccando direttamente la privacy e la sfera patrimoniale, in particolare nei piccoli centri urbani che caratterizzano il territorio, creando allarme sociale soprattutto quando perpetrati all’interno delle abitazioni, in orario notturno ed in presenza delle persone dimoranti. Il picco del fenomeno viene raggiunto in corrispondenza della stagione estiva e dei periodi di festività, come il recente periodo natalizio durante il quale, grazie all’incremento di specifici servizi preventivi, si è potuto registrare una sensibile diminuzione di tali reati.
Ma se da un lato calano furti e rapine, il fenomeno dello spaccio di droga resta la vera ‘piaga’ della provincia. Nonostante i militari abbiano lavorato alacremente per prevenire e contrastare i reati in materia di stupefacenti, il fenomeno ha mostrato tuttavia segnali di radicamento, imponendo l’incremento dei controlli su tutte le vie di comunicazione con le regioni confinanti.
Si tratta di un problema trasversale che coinvolge soggetti di ogni fascia di età e condizione sociale, con l’abbassamento dell’età media non solo degli assuntori di droghe (anche di quelle cosiddette pesanti), ma soprattutto delle persone coinvolte attivamente nella commissione dei reati, oltre alla presenza sul territorio di molteplici tipologie di sostanze illecite. Nell’anno trascorso, in particolare, determinanti sono state due attività investigative, le operazioni “Lungomare” e “Pacco Free”, che hanno consentito la disarticolazione di bande criminali dedite al traffico di sostanze stupefacenti tra il Molise, la Puglia e l’Albania.
«Stiamo lavorando ad altre operazioni – ha poi anticipato Gaeta – e a breve daremo un altro forte segnale allo spaccio di droga». Insomma, la mission resta quella della lotta alla droga, «una priorità innanzitutto perché il fenomeno è molto sentito in questo territorio, ma soprattutto perché è una piaga che distrugge i consumatori e le loro famiglie e comporta tutta un’altra serie di reati, come la violenza tra le mura domestiche , le minacce e i furti».
Ulteriore importante attività preventiva è stata svolta presso gli istituti scolastici attraverso apposite conferenze volte a sensibilizzare i giovani in merito ai danni provocati dall’uso di sostanze stupefacenti e dall’abuso di sostanze alcoliche.
Sul fronte delle truffe, sia commesse “tradizionalmente” che “online”, si registra un calo del 30% circa. Quelle che destano particolare allarme sono commesse in danno di anziani, da personaggi e soggetti senza scrupoli, truffatori seriali, di bella presenza, abili affabulatori, che, spacciandosi per funzionari di enti pubblici, quali Inps, Agenzia delle entrate, Asrem, o di aziende erogatrici servizi, quali Enel, Telecom, oppure per appartenenti alle forze dell’ordine o avvocati, inducono le vittime a farsi consegnare il denaro adducendo inesistenti motivazioni come contenziosi con l’erario, fatture insolute o contravvenzioni da pagare.
Anche in questo caso l’Arma si è fatta promotrice di alcune iniziative divulgative per la diffusione della cultura della prevenzione contro le truffe ai danni dei soggetti più deboli, promosse in varie realtà sociali (Enti locali, istituzioni ecclesiastiche, realtà associazionistiche, ecc.) e attraverso la pubblicizzazione di opportuni consigli di comportamento.
Per quanto concerne il fenomeno delle estorsioni, si registra una contenuta incidenza e la generale assenza di collegamenti con la criminalità organizzata e di un “racket” radicato.
La problematica, tuttavia, non desta particolare preoccupazione atteso che, rispetto al 2017, gli autori degli episodi perpetrati sono stati tutti identificati ed assicurati alla giustizia.
Infine il colonnello Gaeta ha garantito per il nuovo anno una maggiore presenza dell’Arma sul territorio, «non solo perché arriveranno nuovi carabinieri e più giovani, ma le pattuglie opereranno in maniera più dinamica e veloce. Saremo più presenti e mai negli stessi posti, perché la nostra attività deve essere il più possibile imprevedibile per i criminali».

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