Il gip del tribunale di Velletri ha varcato i cancelli del carcere ieri mattina e ha convalidato l’arresto: Federico Zeoli, il 25enne di Vinchiaturo accusato di tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia, resta dunque dietro le sbarre. Il giovane secondo l’accusa, la sera del 13 febbraio all’interno dell’abitazione di Genzano, ha picchiato selvaggiamente la figlia della compagna di 22 mesi perché non smetteva di piangere. Quando la piccolina è stata ricoverata al pronto soccorso aveva lividi, segni di morsi su tutto il corpo e un grave ematoma alla testa, tanto da richiedere il trasferimento nel reparto di Rianimazione del Bambin Gesù. Dall’ospedale romano, dove la bimba è ancora ricoverata arrivano però buone notizie: è stata estubata, è cosciente ed ha ripreso a respirare da sola. Migliorano dunque, anche se lentamente, le sue condizioni di salute anche se la prognosi resta riservata.
Intanto le indagini proseguono. Zeoli che ha già precedenti penali per stalking e furto, ha dichiarato che sarebbe stato un raptus a condurlo a compiere la terribile violenza nei confronti della bimba perché piangeva troppo. La sera dei fatti il ragazzo era solo in casa con le tre bambine (le due gemmelime di 22 mesi e la sorella più grande di 5 anni) mentre la compagna Sara, 23enne di Velletri, era uscita. Al vaglio degli inquirenti anche la posizione della donna. Secondo le informazioni apprese non era la prima volta che Zeoli picchiava la bambina: a far crescere i sospetti i lividi che i medici hanno trovato sul suo corpicino, segni che potrebbero essere precedenti alle botte di mercoledì scorso e che potrebbero significare che la piccola era già stata vittima di violenza in passato.
Le sorelline sono state trasferite in una comunità protetta, in attesa che gli inquirenti facciano piena luce sulla vicenda che ha ancora molti nodi da sciogliere.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.