Giovani, qualcuno poco più che maggiorenne, e senza scrupoli. Pronti persino a minacciare agenti di Polizia e senza nessun timore di essere scoperti. È il quadro allarmante che è emerso durante le indagini dell’operazione ‘Pensa’, uno spaccato esemplificativo del problema della tossicodipendenza che investe non solo chi fa uso di droga, ama tutta la società.
«I personaggi principali di questa operazione sono giovanissimi – ha evidenziato il dirigente della Questura Domenico Farinacci – che iniziano a consumare droga ma poi passano al ‘livello successivo’. Diventano spacciatori e poi si spingono oltre, commettono rapine, estorsioni, lesioni. Il tutto a riprova che il fenomeno della tossicodipendenza non è un problema solo per le famiglie ma di tutta la società, e per questo è necessaria una sensibilizzazione a tutti i livelli».
Fanno riflettere anche i metodi utilizzati dalla banda per raggiungere i loro scopi: «Questa indagine – ha evidenziato il sostituto Schioppi – rappresenta la cartina di tornasole di quello che accade tutti i giorni: uno soggetto che si avvicina alla tossicodipendenza e all’attività di spaccio instaura un canale di approvvigionamento verso la Puglia e la Campania e quindi crea una economia illegale all’interno di una economia legale come quella di Campobasso. L’attività di repressione di oggi dunque è fondamentale perché impedisce il radicamento nel territorio della criminalità organizzata proveniente da altre regioni. La banda inoltre aveva creato un clima di paura e tensione, emulando il metodo mafioso attraverso minacce, lesioni e atti intimidatori».

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