Parliamo di stime: proiezioni, ipotesi. Il rischio è di dare davvero i numeri. Così, se per la Federazione nazionale degli ordini professionali in Molise potrebbero lasciare 1.233 infermieri perché hanno raggiunto ‘Quota 100’ (il numero si riferisce anche alle strutture convenzionate e non solo agli ospedali pubblici), l’elaborazione di Quotidiano Sanità calcola in un solo anno potrebbero andare in pensione 73 infermieri, un’altra ventina fra personale con funzioni riabilitative e tecniche. Considerando poi anche i dirigenti sanitari non medici (farmacisti, chimici, psicologi), i camici bianchi e altri operatori della sanità, in regione al 31 dicembre 2018 sarebbero 446 coloro che hanno i requisiti per il pensionamento anticipato e 130 quelli che potrebbero lasciare. Per i medici il numero assoluto è contenuto (53 e 13 rispettivamente): la possibile perdita sul totale è però del 10,10%, non proprio marginale considerando gli organici. Per gli infermieri le fuoriuscite ammonterebbero al 56%.
Nei numeri complessivi, comunque, Quotidiano Sanità – che ha elaborato i dati del Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato relativi all’età anagrafica e all’anzianità professionale dei dipendenti del Ssn – conferma le le stime dei sindacati dei medici, che nei giorni scorsi hanno annunciato una fuoriuscita possibile di circa 4.500 professionisti, e con quelle di Fnopi, le cui previsioni sono state di una perdita di oltre 22mila unità. Calcolando tutte le categorie, in 40mila potrebbero lasciare. Assistenza più che a rischio quindi, soprattutto nelle Regioni che stanno peggio, quelle con i piani di rientro, dove le carenze di personale sono già gravi e pesano sui servizi: oltre il 35% di chi potrebbe andare in pensione con Quota 100 è nei loro territori. Si tratta del 7,72% di tutti gli operatori della sanità: una perdita superiore a quella che il servizio pubblico ha subito tra il 2009 e il 2016 (ultimo anno del Conto annuale dell’Economia) che tra blocco del turn over ormai più che decennale e razionalizzazioni varie ha perso in 7 anni circa 32mila operatori che si occupano della salute dei cittadini.
Secondo Quotidiano Sanità anche se il Parlamento approva l’emendamento del governo al decretone, con cui si prevede la possibilità di copertura dei posti resi vacanti dal pensionamento, la necessità di farlo tramite concorsi pubblici e di pesare il tutto su un fabbisogno di personale ancora non calcolato in molte Regioni, potrebbe allungare pericolosamente i tempi.
Gli emendamenti, in realtà sono due, sono in discussione in Commissione alla Camera. Danno via libera alle procedure per le assunzioni di personale nel servizio sanitario nazionale, ma ‘a costo zero’, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, chiarisce la relazione tecnica. In particolare, poi, l’emendamento 14-bis, permette alle aziende e agli enti del servizio sanitario di procedere all’assunzione di personale anche tenendo conto dei pensionamenti in corso d’anno. Le assunzioni dovranno però rispettare la programmazione regionale e i piani triennali dei fabbisogni di personale.
Mentre, l’emendamento 14-ter dispone che per ridurre i tempi di accesso alla Pa nel triennio 2019-2021 le procedure concorsuali, e le conseguenti assunzioni potranno essere effettuate senza lo svolgimento della procedura di mobilità tra amministrazioni.
Una novità di impatto in Molise, dove il piano di assunzioni dell’Asrem ha visto uno scontro a suon di ricorsi fra gli infermieri precari dell’azienda sanitaria e quelli che, vincitori di concorso fuori, intendono rientrare in regione. Si sono dovuti ‘spartire’ i primi 280 posti messi a bando. Per il futuro quindi non sarà più così e quindi ci sarà più spazio per chi aspetta da anni una stabilizzazione. Probabilmente. Certo, il tetto di spesa in Molise è un vincolo più importante che in altre Regioni, essendo in piano di rientro. Il piano triennale del fabbisogno, approvato dai commissari e adottato dall’Asrem una decina di giorni fa, prevede già assunzioni fino al limite consentito. Pur aggiornato con le nuove esigenze derivanti da ‘Quota 100’ le risorse finanziarie utilizzabili non cambieranno. r.i.

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