L’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, ha aperto un fascicolo per far luce sulle procedure di acquisto della nuova sede della Sea, la municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti e il servizio di sgombero neve a Campobasso. A chiedere chiarimenti sulla questione è, ancora una volta, il gruppo consiliare del Movimento 5 stelle di Palazzo San Giorgio – composto da Gravina, Cretella, Praitano e Felice – che ieri mattina ha indetto una conferenza stampa per informare i cittadini sulle recenti novità del caso.
Da sempre contrari all’iniziativa, i consiglieri pentastellati avevano già presentato in passato una serie di esposti alla Corte dei Conti, alla Procura della Repubblica e alla stessa Anac che in settimana ha notificato l’avvio dell’indagine per far luce su alcuni aspetti relativi al bando – indetto dalla municipalizzata nel marzo 2017 – per l’acquisto della nuova sede.
In quel caso la domanda posta dai grillini di Palazzo San Giorgio fu chiara: «Perché acquistare un immobile, spendendo soldi pubblici, quando il Comune possiede già numerosi edifici vuoti, come ad esempio i fabbricati presenti nella cittadella dell’economia?».
Il cda della municipalizzata in quel caso li liquidò definendo l’azione «una soluzione per risparmiare le spese dell’affitto» che attualmente si aggirano intorno ai 36mila euro annui.
Nessun intervento concreto, invece, da parte dell’amministrazione poiché sprovvisto di «locali adatti per ospitare la sede legale».
La Sea dunque è andata dritta per la sua strada. La scelta è ricaduta sull’immobile di oltre 600 metri quadri, disposto su piano terra e primo piano, presente in piazza Molise di proprietà della società romana Ifmi s.r.l., con sede a Velletri, che fino a qualche anno fa ospitava il supermercato Gran Risparmio.
«Costo della transazione – spiegano i consiglieri – 235mila euro per un immobile costruito negli anni 80 che necessita oltretutto di lavori di ristrutturazione stimati intorno ai 120mila euro».
Un immobile da 335mila euro complessivi dunque che, però, a distanza di quasi un anno, appare ancora in stato di abbandono. Senza tralasciare il fatto che, come sottolineato dai grillini, «non sono stati rispettati i criteri del bando indicati dalla stessa Sea». L’immobile richiesto, infatti, doveva essere di almeno 300 metri quadri, costruito preferibilmente nel periodo successivo al 1996 per essere in regola con i criteri antisismici e, pertanto, esente da qualsiasi tipo di intervento. Il fabbricato, invece, non solo risale a più di 30 anni fa ma ad oggi, ossia a quasi un anno di distanza dall’acquisto, non è stato ancora occupato dal personale della Sea che continua invece ad usufruire della vecchia sede (a due passi da quella nuova) continuando a pagare l’affitto di locazione.
«Si dovrà chiarire sul perché l’avviso pubblico sia stato completamente disatteso – spiegano i consiglieri – chi aveva un immobile di questo tipo non ha neanche partecipato all’avviso perché le caratteristiche non combaciavano con quelle richieste dal bando».
Ma c’è anche un’altra questione da chiarire. Il Consiglio di amministrazione della Sea è in scadenza, ovvero scadrà con l’approvazione del bilancio in programma nei prossimi giorni.
«Dalle notizie che abbiamo appreso- spiegano i grillini – il 31 marzo probabilmente si terrà l’assemblea per l’approvazione del bilancio e da quel momento decadrà il consiglio di amministrazione. A tal proposito abbiamo depositato un’interrogazione in cui chiediamo di chiarire cosa succederà visto che l’avviso pubblicato per il rinnovo del cda è scaduto a febbraio. Ciò che ci chiediamo è cosa accadrà, rispetto agli eventuali nuovi nominativi che sono arrivati per svolgere sia la funzione di consigliere di amministrazione sia di revisore contabile e cosa intende fare l’amministrazione, posto che ad aprile decadrà il consiglio comunale per gli affari straordinari (svolgerà solo le sue funzioni per gli affari correnti fino al rinnovo del consiglio comunale ndr)».
Quella che doveva essere un’operazione di risparmio, di fatto, per i pentastellati, si è rivelata dunque l’ennesimo «sperpero di denaro pubblico».
L’Anac, al lavoro sul caso, dovrebbe chiudere l’istruttoria entro 90 giorni. Il provvedimento potrebbe comportare un richiamo formale oppure delle sanzioni, probabilmente dirette al Comune per «omesso controllo». Nel caso in cui riscontrassero degli illeciti penali, invece, la palla passerà alla Procura della Repubblica di Campobasso.
SL

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.