La proposta di alleanza con il centrosinistra è arrivata ieri mattina, ma per il momento Italia in Comune «va avanti per la sua strada». Sono le parole del candidato sindaco Pino Libertucci, raggiunto telefonicamente ieri sera proprio nel corso della riunione per la raccolta firma. «Non nascondo che ci sono stati dei contatti con il Pd e il candidato sindaco Antonio Battista per trovare un punto d’incontro e un margine per una condivisione del programma, ma ad oggi noi stiamo lavorando alla composizione della lista e ci presenteremo da soli al voto del 26 maggio».
E va avanti spedito pure il manifesto Io amo Campobasso che ieri mattina era in piazza Municipio per la raccolta firme. «Non confluiremo nel centrosinistra – ribadisce il candidato alla fascia tricolore Paola Liberanome – quelle che circolano sono solo voci senza fondamento». E trapelano già i primi nomi che tenteranno di conquistare uno scranno in consiglio: dallo scrittore Adelchi Battista, al dj Charles Papa. E poi Valentina Di Vico, Stefano Tanelli, Francesca Praitano.
Dunque, per il momento nessun accordo con il centrosinistra. Una forza, secondo Laboratorio progressista di Antonio Lanza, scomparsa dai radar campobassani.
«Gli intrecci politici e personali che reggono il sistema di potere che governa la città sono il nocciolo della questione Campobasso. Leggevo – scrive – come negli ultimi 15 anni i consiglieri comunali a Campobasso sono sostanzialmente sempre gli stessi, tra questi, un buon numero passa da uno schieramento politico all’altro con una disinvoltura da navigate ballerine di danza classica, incuranti di una città depressa e morente.
In tutto questo qualcuno sa dirmi dov’è la sinistra? In particolare la sinistra campobassana, i comunisti campobassani che si dichiarano alternativi al PD dove sono? Nessuno che abbia sentito il bisogno di costruire una lista e un programma per il Comune di Campobasso alternativo al sindaco uscente Battista e al centrosinsitra? Nessuno che abbia sentito il bisogno di ritrovarsi e discutere pubblicamente sulla necessità o meno di competere alle elezioni comunali? Nessuno che abbia sentito il bisogno di spezzare quell’intreccio perverso fatto di conoscenze e rapporti personali, di conformismo, servilismo, opportunismo, provincialismo che hanno soffocato la città?
Che dire, noi, Laboratorio Progressista, continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto in questi anni. Sugli altri, io una risposta me la sono data, gli “amici” si fa per dire, sosterranno il PD, gli “amici” con il pugno alzato, spesso invitati in televisione a fare la parodia degli anticapitalisti,antifascisti, degli ecologisti ambientalisti, i difensori, a parole, dei “beni comuni”(quelli che si autodefiniscono “compagni”) si accompagnano al circo che governa la città, alimentando e votando il sistema, autoassolvendosi con la teoria del tatticismo della sopravvivenza, la loro sopravvivenza».

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