Da 2 a 4 chilogrammi di cocaina fino a 6 di hashish: questi i dati allarmanti sul consumo di droga sul territorio forniti dal procuratore della Repubblica di Campobasso, Nicola D’Angelo, nel corso della conferenza indetta nell’aula magna della Scuola allievi Agenti per illustrate i dettagli del blitz. «Diciamo che mi sono tenuto basso – commenta amaramente il procuratore – in base ad alcune indagini avviate su Campobasso e nei centri limitrofi possiamo affermare che è quello il dato mensile. Questi numeri hanno un valore economico molto importante che “fa gola” a chi, in questo settore, è in grado di gestire l’intera filiera».
Un fenomeno quello dell’uso e dello spaccio di sostanze stupefacenti, ormai dilagante in città e che vede protagonisti soprattutto i ragazzi.
«Il fenomeno non accenna ad arrestarsi. Non c’è dubbio che negli ultimi mesi sia stato fatto tanto, non solo con gli arresti. Ma la repressione da sola non serve. È stato fatto tanto in tal senso anche da parte dei mass media e delle testate locali. Siete tra i primi a dare risalto al problema. Indubbiamente in questo periodo si è venuta a creare una maggiore coscienza nelle persone rispetto al problema ma da qui alla soluzione siamo ancora lontanissimi».
Non basta più la repressione dunque. E la piaga non riguarda solo chi fa un uso assiduo di droga ma anche chi si affaccia per la prima volta sul mondo della tossicodipendenza e pensa di poter gestire la situazione.
«È stato fatto tanto ma rispetto ai dati del consumo attuale c’è ancora molto da fare. Sono convinto che quanto fatto finora possa aiutare le nuove generazioni a non entrare in questo giro. Adesso abbiamo l’urgenza di far uscire da questa situazione chi vive questo problema da anni e che, anche da un punto di vista sanitario, ha più difficoltà a venirne fuori. C’è poi chi ne fa un uso saltuario, come nei weekend e nelle festività, ragazzi che pensano di riuscire a gestire il problema, perché si sentono forti e sicuri di sé. Sono loro quelli più a rischio perché poi entrano nella seconda fase e non ne escono più. Tutti insieme poi creano quel mercato locale che la camorra, la società foggiana e la ‘ndrangheta stanno osservando con l’obiettivo di entrare in quel settore per poi controllarlo».
Il Molise, ormai è un dato di fatto, non può più essere considerato un’isola felice. La maggior parte dei reati, dalle rapine, ai furti, fino ai maltrattamenti, spesso passano per il fenomeno della tossicodipendenza.
«Tutte le misure cautelari per furto applicate nell’ultimo anno sono misure destinate a soggetti che hanno rubato per procurarsi i soldi per la droga. Anche rapine e maltrattamenti in famiglia sono legati a questo fatto. Sono tanti i reati, soprattutto quelli che creano un maggiore allarme sociale, ad essere legati al mondo della droga».

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