La notizia era già trapelata alcuni giorni fa, subito dopo la rivolta scoppiata tra le mura del carcere di Campobasso nella serata di mercoledì 22 maggio quando, intorno alle 20, alcuni detenuti si sono barricati in una delle sezioni della casa circondariale per poi dare fuoco a materassi e lenzuola, devastando l’ingresso, i corridoi e l’ufficio della sezione. A pochi giorni da quella drastica protesta, che ha avuto una eco mediatica nazionale, il direttore attualmente in missione a Campobasso, la dottoressa Irma Civitareale andrà in pensione ‘anticipata’ (inizialmente era prevista il 1 luglio ndr) e verrà ufficialmente sostituita dall’attuale direttrice del carcere di Larino, Rosa La Ginestra, che torna dopo anni di assenza nel capoluogo per insediarsi in via Cavour a partire dal 1 giugno. Spetterà dunque alla direttrice del carcere bassomolisano prendere le redini dell’istituto di Campobasso che negli ultimi anni è divenuto scenario di proteste, aggressioni e tentativi di evasione da parte dei detenuti.
Intanto ancora oggi, a più di una settimana dalla sommossa, non migliorano le condizioni di lavoro degli agenti penitenziari addetti al reparto. La situazione all’interno della sezione è rimasta la stessa di una settimana fa. Quella notte, infatti, quando ad uno dei detenuti era stata negata la possibilità di telefonare al figlio, il gruppo di ribelli ha messo a soqquadro l’intera ala, tralasciando ovviamente le stanze in cui sono ristretti. Ad essere presi di mira il cancello blindato all’ingresso, ancora divelto dal calore delle fiamme, i cavi elettrici, attualmente distaccati e penzolanti – rappresentando così un rischio per chiunque ne venga a contatto – e soprattutto l’intera stanza e il bagno dell’ufficio degli agenti penitenziari, costretti a recarsi al piano inferiore per espletare i propri bisogni.
Il rogo quella notte è stato domato dagli stessi agenti, intervenuti con un estintore per spegnere le fiamme.
Ma da allora nessun altro intervento di bonifica è stato effettuato. L’unica ‘accortezza’ è stata quella di permettere agli agenti della sezione di distanziare i propri turni durante la settimana. L’aria però resta irrespirabile. Senza nessun intervento di bonifica immediato, l’ambiente malsano in cui sono costretti ad operare gli agenti basterebbe a giustificare la chiusura dell’intera ala, se non del carcere stesso, troppo spesso ormai scenario di eventi critici: dalla carenza di personale, al sovraffollamento, fino all’introduzione di droga e cellulari dall’esterno e, non ultima, di rivolte e manifestazioni di violenza.
Nel frattempo questa mattina, alle ore 11, in via Cavour, il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP. Aldo Di Giacomo terrà una conferenza stampa per comunicare i provvedimenti adottati dall’amministrazione penitenziaria dopo la rivolta del 22 maggio alla luce delle segnalazioni del sindacato.

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