Accoglie tutti con un sorriso. Con i giornalisti, poi, ripercorre in breve un tragitto politico fatto di battaglie, conquiste ma anche di errori e responsabilità che gli hanno permesso di vivere un’esperienza che, dice con un pizzico di emozione, «porterò sempre nel cuore».
Poi però Michele Durante, presidente uscente del Consiglio comunale nell’era Battista ed esponente del Partito democratico, va dritto al punto ribadendo l’annuncio della sua scelta in vista del ballottaggio del 9 giugno: «Anche se ci fosse la possibilità di un seggio aggiuntivo in consiglio comunale per il Pd (in caso di vittoria del centrodestra a Palazzo San Giorgio entrerebbero Battista, Salvatore, Chierchia, Trivisonno e Ramundo, ma non Durante ndr) a prescindere da questo, io voto Roberto Gravina. Non lo faccio per pregiudicare qualcuno, sia chiaro, ma per ragioni ben definite. In primis – spiega – perché non ho mai votato, non voto, e non voterò mai il centrodestra. Non ho nulla a che fare con la destra e con chiunque la rappresenti. Ci tengo a precisare, però, che la mia preferenza andrà a Roberto Gravina e non al MoVimento 5 Stelle perché credo che, a livello locale, le amministrazioni vengano formate dalle persone. Personalmente ho visto in Roberto, negli ultimi 5 anni di consiglio comunale una contrapposizione chiara, corretta, coraggiosa, qualche volta strumentale, perché in opposizione succede anche questo, l’abbiamo fatto anche noi – aggiunge – e perché con lui, ma anche con il resto del gruppo, abbiamo condiviso punti che ritengo fondamentali: dalla questione dell’acqua pubblica al servizio integrato gratuito, dai servizi pubblici efficienti con minori costi per i cittadini all’egualitarismo. Proprio su quest’ultimo punto ricordo che con il voto di uno dei 5 Stelle lo scorso anno è stato dato il patrocinio per il Molise Pride e i diritti civili per me rappresentano un tema importantissimo. Eravamo uniti anche su testamento biologico e unioni civili, temi che possiamo definire “etici” in cui c’è stata una oggettiva convergenza tra il mio pensiero e quello di gran parte della maggioranza con quello del gruppo consiliare di Campobasso del MoVimento 5 Stelle».
Poi la riflessione sulla figura della candidata sindaca del centrodestra, Maria Domenica D’Alessandro: «Il contraltare a questa scelta è la possibilità di un candidato sindaco nel centrodestra che non conosco e che, come ha dimostrato nelle sue ultime uscite pubbliche, non conosce la città. Ha parlato di lavoro e sicurezza, temi nei quali un’amministrazione comunale cittadina entra solo indirettamente perché purtroppo non crea lavoro ma si rende partecipe, con l’operato della Regione, affinché le politiche attive del lavoro vengano interpretate in maniera più corretta e produttiva».
Poi, per omaggiare un grande assente di questa tornata elettorale, il senatore ed ex sindaco di centrodestra Gino Di Bartolomeo, si concede una battuta: «Avrebbe sicuramente preso per mano la D’Alessandro e avrebbe detto “e mo puortem’ au ponte Brusc’” (e adesso portami al ponte Brusco, luogo del centro storico noto solo a chi conosce bene il capoluogo nrd).
Durante, dunque, punta tutto su Gravina. Una scelta oculata, sulla persona.
Sulle sue scelte passate, in ambito amministrativo, aggiunge: «Le mie spesso non piacciono. Chi mi ha seguito sa che negli anni ho acquisito molti più avversari che amici soprattutto per quanto riguarda gli interessi pubblici, ad esempio sui casi riguardanti le biomasse, l’eolico meccanico, la gestione di Molise Acque e anche il dissenso con il partito, il gruppo di maggioranza, perché non ho mai piegato la testa davanti a nessuno e di certo non inizierò oggi».
Non è mancata poi una breve riflessione sui cambi di casacca da parte di alcuni suoi colleghi che, in caso di vittoria di D’Alessandro, potrebbero assicurarsi un nuovo posto in giunta. «Globetrotters della politica che passano da una maggioranza all’altra. Non ho nulla in contrario a livello personale. Con alcuni di loro ho addirittura rapporti di simpatica amicizia ma ho la massima disistima sotto il punto di vista politico. Compongono la maggioranza da 20 anni, chiediamoci se non è anche grazie a loro se le cose non hanno funzionato».
Michele Durante poi si sofferma sugli errori che potrebbero aver decretato la sconfitta del centrosinistra al primo turno. «Abbiamo fatto degli errori che abbiamo pagato – afferma – non c’è nulla da dire. Il tempo delle domande è finito, oggi dobbiamo direttamente confrontarci sulle risposte. Purtroppo la mancanza della convocazione delle primarie da parte del Pd, ha indebolito la figura del candidato sindaco Antonio Battista e l’esito purtroppo mi ha dato ragione. All’epoca le avevo chieste perché le primarie rappresentano una possibilità di partecipazione, condivisione di idee, di unione e di alleanza, perché si forma un gruppo più ampio che va verso la stessa strada. Non lo abbiamo fatto e la figura di Battista, che ho sostenuto fino all’ultimo secondo di campagna elettorale, purtroppo è stata debole. Ognuno di noi si assumerà delle responsabilità – chiarisce – all’interno del partito avremo modo di confrontarci, fare sintesi e vedere come proseguire per il futuro».
Del Movimento 5 Stelle non ha molta stima, «non condivido la sottomissione che ha messo in campo come atteggiamento nei confronti della Lega. E aggiungo che secondo me tra 5 anni non esisterà più».
Sulle strategie da mettere in campo prima delle elezioni Durante avrebbe optato per «un apparentamento esposto tra i 5 Stelle e il Partito democratico per iniziare un progetto di sperimentazione vero, non accordi sotterranei. Avrei addirittura preferito personalmente un laboratorio preliminare alla presentazione delle liste».
Nonostante la sua scelta a livello locale ricada su un pentastellato resta «fermamente convinto che il Pd sia l’unica risposta a quanto sta accadendo a livello nazionale e a quello che si riverbererà sulle amministrazioni locali nei prossimi anni. Il Pd è l’unica possibilità di opposizione a questa brutta destra e di nuova proposta per il futuro. Se il partito si è allontanato dalle classi più popolari che rappresentava, credo ancora fortemente che debba ritrovare la sua strada in Italia ed essere punto di riferimento non solo del corpo elettorale ma per l’intera società».
Anche se uscirà di scena a livello amministrativo l’ex presidente del Consiglio comunale continuerà il suo percorso politico con il Partito democratico, pronto a mettere insieme una nuova squadra di giovani, anziani, donne che vogliono prendere questa strada: «Chiedo loro di battere un colpo alla porta del Pd per entrare e cambiarne la storia a livello locale. È questo ciò di cui abbiamo bisogno. Cercherò di portare quanta più energia nuova per invertire questa tendenza».
L’analisi del voto, dunque, dati i risultati, appare quanto mai necessaria «ma va fatta con serietà e consapevolezza. Non all’indomani della competizione ma lasciandosi alle spalle il ballottaggio».
sl

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