Mezzo milione di euro (risorse stanziate in dalla Regione Molise, in parte dalla Cei) è già disponibile. Ma il finanziamento non basta a coprire tutti gli interventi necessari al rifacimento del tetto, al restauro e dunque alla riapertura della cattedrale. Sulla questione, sollevata nei giorni scorsi da Primo Piano Molise, interviene anche il sindaco di Campobasso Roberto Gravina. A otto mesi dalla chiusura della chiesa della Santissima Trinità, interdetta ai fedeli a causa del cedimento di una parte del solaio, il numero uno di Palazzo San Giorgio ha infatti immediatamente interessato il Mibac al fine di giungere ad uno stanziamento straordinario per il completamento dei lavori e la successiva riapertura.
È così, che dopo aver incontrato informalmente il Ministro Bonisoli a Roma e dopo aver interessato la struttura ministeriale, lo scorso venerdì, Gravina ha formalmente scritto una nota al capo di gabinetto per «sollecitare, compatibilmente con le risorse disponibili, un intervento finanziario riguardo i lavori di restauro già in atto presso la Cattedrale di Campobasso, lavori per i quali i fondi già attivati risultano insufficienti allo scopo».

Successivamente, dopo aver consultato Monsignor Bregantini e in accordo con la Curia, si è concordato che in questa fase, il Comune svolgerà il ruolo di facilitatore nella comunicazione con la struttura ministeriale e per essa, con la locale soprintendenza, curando la trasmissione della documentazione e tutto quanto utile per velocizzare la risoluzione del problema.
«Al Mibac, nei prossimi giorni, – ha precisato Gravina – gireremo la documentazione della Curia relativa ai lavori da effettuare per poter riaprire la Cattedrale alla città. Come amministrazione comunale ci stiamo attivando in modo diretto e concreto per porre all’attenzione del Ministero la necessità di prevedere un finanziamento che dia modo di giungere alla conclusione dei lavori una volta avviati. Il nostro è un ruolo di connessione che intende agevolare il più possibile le procedure e le tempistiche necessarie alla riapertura di un luogo che rappresenta per Campobasso un patrimonio di fede e di storia».

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