Ha sistemato la scrivania ‘sommersa’ dai documenti poco prima di concedere l’intervista. Lì, nel suo ufficio di via Cavour, dove ogni giorno decine di persone bussano alla porta per segnalare situazioni di disagio e problemi. Una testimonianza tangibile del ruolo fondamentale, soprattutto in questo momento storico, svolto dall’assessorato alla Politiche sociali che Luca Praitano guida da circa un mese.
Sport, Istruzione e Politiche giovanili le altre deleghe assegnate dal sindaco Roberto Gravina, «settori – sottolinea – legati da un unico filo conduttore». Certo, il settore del sociale è quello più delicato.
Qual è la situazione che ha trovato e, soprattutto, quali le criticità su cui bisogna intervenire con maggiore impulso?
«La situazione che abbiamo trovato è simile a quella di un mese fa, lasciata dalla gestione precedente, che già conoscevamo. Sicuramente difficile per una serie di ragioni. Un po’ perché le risorse destinate alle politiche sociali sono scarse e non solo a livello regionale ma proprio a livello nazionale. Le misure messe in campo dal governo, come il reddito di cittadinanza che si aggiunge al Rei, sono quanto mai opportune e danno un po’ di respiro a tante famiglie che sono sempre più in difficoltà e sempre più numerose.
I dati sul reddito di cittadinanza hanno fatto emergere una situazione abbastanza complicata a Campobasso. Parliamo di un migliaio di famiglie in difficoltà che vivono in disagio economico. L’Ambito territoriale sociale di Campobasso, da questo punto di vista, lavora molto bene e riesce a dare risposte e soluzioni immediate. Il problema però è che le richieste aumentano, il numero delle famiglie in difficoltà cresce e le risorse scarseggiano. Stiamo cercando di invertire la rotta, cercando di dare maggiore attenzione alla prevenzione e soprattutto monitorando le situazioni di bisogno davvero reali per evitare di sperperare risorse».
In che modo?
«Mettendo a sistema i dati in modo da avere un quadro reale ed effettivo delle situazioni di bisogno, una sorta di ‘studio epidemiologico’ come avviene in ambito sanitario».
Per rispondere al problema della povertà l’amministrazione in questi anni ha puntato molto sull’edilizia popolare. Però ci sono ancora dei bandi in sospeso, in particolare quello rivolto alle giovani coppie. A che punto siamo?
«Il bando per l’assegnazione degli alloggi di via Marche, scaduto i primi di luglio, va rivisto. I parametri erano troppo stringenti e dunque non sono stati assegnati tutte le villette a disposizione. Ora bisognerà rivedere i parametri per allargare la platea».
L’altra emergenza è quella della droga. Il fenomeno è dilagante in città, soprattutto in alcune zone, e interessa una fascia d’età sempre più bassa. Qual è la risposta che può dare l’amministrazione comunale?
«Abbiamo un problema sui giovani che vanno tutelati, è inutile negarlo. Ci sono dei quartieri più a rischio, sappiamo per certo che c’è una attenzione maggiore delle forze dell’ordine. Ma al di là della repressione il nostro compito è quello di mettere in campo dei progetti di prevenzione, uno partirà a breve e prevede una serie di incontri nelle scuole».
Sul fronte dell’impiantistica sportiva la piscina di Colle dell’Orso è una delle grande incompiute di Campobasso. Come pensate di ‘sbloccare’ la situazione?
«In campagna elettorale abbiamo trattato il tema in numerose occasioni, noi crediamo che si debba arrivare ad una riconversione della struttura, fornendo al quartiere uno spazio dedicato ad iniziative culturali e sociali».
C’è poi il nodo dello stadio Selvapiana. A che punto sono i lavori?
«Oggi esistono delle difficoltà per l’utilizzo dello stadio nelle sua interezza, però non si è fatto nulla perché la situazione progredisse. Ci sono stati degli stanziamenti parziali rispetto agli interventi di cui necessita l’impianto ma i lavori non sono partiti. Noi siamo in contatto con la società per capire il da farsi».
Veniamo alle questioni interne al Movimento 5 Stelle di Campobasso. All’indomani delle nomine del sindaco Gravina si sono registrati dei malumori in maggioranza, in particolare per la mancata carica di vicesindaco a Simone Cretella. La ‘crisi’, se così si può definire, è rientrata?
«Io credo che sia naturale che ognuno abbia delle legittime ambizioni, però si è fatto un ragionamento di squadra per raggiungere l’obiettivo. Il risultato si riesce ad ottenere se tutti lavoriamo insieme, e noi siamo proiettati solo su quello che c’è da fare per la città.
La nostra forza è l’eterogeneità e la capacità di riuscire comunque a fare sintesi, il Movimento 5 Stelle è rappresentato in tutte le sue componenti all’interno della Giunta. Io non vedo nessuna ‘rottura’ o ‘mal di pancia’.
Il sindaco ha delle responsabilità e se le assume. Ha fatto delle scelte solo nell’interesse del bene della città, io sfido chiunque – giornalista o cittadino – ad indicarmi una scelta del sindaco fatta nell’interesse personale. A differenza dei nostri predecessori che dovevano accontentare tante forze politiche assegnando una poltrona da assessore o un incarico, da noi questo non è avvenuto. C’era solo la necessità di coprire dei settori e le deleghe sono state assegnate in base alle competenze e alle peculiarità di ognuno di noi».
Alla luce dell’ ampio consenso ottenuto dal Movimento 5 Stelle, secondo lei il rischio di deludere le aspettative è maggiore?
«Dobbiamo essere bravi a fare quello che si deve fare, d’altro canto dobbiamo anche far capire ai cittadini dove il Comune si può spingere. Noi non promettiamo la luna, ma solo quello che abbiamo messo nero su bianco nel programma elettorale. E metteremo in campo tutte le energie necessarie per raggiungere gli obiettivi.
Ovviamente i risultati non si vedranno nell’immediato. Il primo anno probabilmente lo impiegheremo per sanare le situazioni che purtroppo ci trasciniamo. I risultati si vedranno nel lungo periodo, dopo tre o quattro anni».
Negli ultimi mesi a Campobasso sono arrivati esponenti di spicco del governo. Dal premier Conte, al vicepremier Di Maio, ai ministri Trenta e Bonisoli. Crede che con il Movimento 5 Stelle alla guida della città ci sia un interesse maggiore anche a Roma per le ‘vicende campobassane’?
«Noi siamo un ingranaggio all’interno di una macchina molto più grande, non possiamo ragionare solo come ‘città’ altrimenti rischiamo di sparire. C’è la necessità di ragionare con Roma ma anche con Regione, e stiamo cercando di fare rete. Non si tratta solo di passerelle di ministri, c’è molto più di questo. C’è il lavoro di persone, in primis della nostra delegazione parlamentare, che stanno cercando di portare interesse – che molti spesso si traduce in finanziamenti – sul territorio di Campobasso.
Nell’ultimo Consiglio comunale il Pd ha presentato una mozione per ‘invitare’ il sindaco Gravina a candidarsi a presidente della Provincia. Proposta bocciata dalla maggioranza anche se il primo cittadino, nel suo intervento, non ha mostrato una chiusura netta, rinviando la decisione in attesa di conoscere la linea del Movimento nazionale. Qual è la sua posizione?
«Al di là della volontà dei singoli esiste una volontà di squadra, il percorso che ha fatto il Movimento 5 Stelle sul tema delle Province è chiarissimo. Attualmente c’è una discussione in atto a Roma ma la linea resta quella di non partecipare alla competizione elettorale».
E il ‘retroscena’ di un accordo con il Pd per fa confluire i voti dei 5 Stelle su un candidato presidente dem è solo fantapolitica?
«È una stupidaggine».
Lei, dunque, il 3 settembre non andrà a votare?
«Seguirò la linea del Movimento 5 Stelle a livello nazionale». Ma Du

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