La concessione del patrocinio gratuito al Molise Pride ha diviso le forze politiche di Palazzo San Girogio. Da una parte, Movimento 5 Stelle e Pd hanno votato compatti a favore, contrario invece il centrodestra. Motivazioni esplicitate nell’intervento del capogruppo di Forza Italia Domenico Esposito: «Non discuto sulla voglia di rivendicare i propri diritti – spiega l’esponente dell’opposizione – discuto sul modo e ancor più sulla inopportunità di un evento pacchiano ed inutile che più che accreditare, svilisce i maggiori traguardi già raggiunti in termini di uguaglianza e rispetto.
Sono trascorsi 50 anni dai Moti di Stonewall del 1969, anno in cui ci furono rivolte, a parer mio motivate contro i soprusi e le ingiustizie patite. Ma oggi che ci si sposa anche a Campobasso tra persone dello stesso sesso, oggi che la diversità inizia ad essere la normalità, di cosa continuiamo a parlare!!
Dire no al Molise Pride, non significa voler pregiudicare i diritti che ogni uomo ha sul territorio nazionale, però ognuno, nella sua libertà, non deve pregiudicare la sensibilità dell’altro.
La nostra Costituzione, all’articolo 3, sancisce che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Gay Pride significa “Orgoglio Gay”, un concetto che sembra quasi svilire o mettere in secondo piano il diritto degli eterosessuali, come se loro non fossero orgogliosi della propria inclinazione sessuale seppur non scendendo in piazza per accreditarla o difenderla contro gli omosessuali.
Io ritengo che ognuno debba vivere secondo il proprio credo, nel rispetto delle leggi vigenti. Ognuno deve sentirsi orgoglioso della propria vita, delle proprie idee e convinzioni, non per questo mi sembra necessario dover scendere in piazza magari urtando la sensibilità altrui.
Sono contro la concessione del patrocinio a tale manifestazione da parte della Città di Campobasso per le ragioni indicate, pur riconoscendo a pieno titolo il diritto di ognuno ad avere le proprie convinzioni politiche, religiose e sessuali.
Il richiamo ai Moti del 28 giugno 1969 dovremmo trovarlo nei costumi e parrucche, nella musica a tutto volume, nei fischietti, nei colori dell’arcobaleno, nello sfilare mezzi nudi?
Io faccio invece una proposta al Comitato Arcigay Molise: organizziamo insieme un modo nuovo di affermare diritti e conquiste, facciamolo con una settimana dedicata che possa coinvolgere l’intera città, rispettandone la sensibilità e l’opinione diversa di taluno. Immaginate eventi culturali che facciano riflettere senza avere la necessità di urlare per le strade, film dedicati presso il nostro cinema, spettacoli delle “drag queen” nei nostri locali serali, che mostrino l’arte che possono sprigionare tali icone evitando di trasformale in inopportune presenze lungo le vie della città. Facciamo la differenza culturale della comunicazione, non occorre più l’inutile frastuono, ma occorre a mio parere una crescita culturale vera e silenziosa che sappia proiettare anche Campobasso nel nuovo millennio. “Fa più rumore un albero che cade, che una foresta che cresce”.In questo modo ci sarà anche il mio più totale appoggio!».

Un Commento

  1. Gennaro Castellitto scrive:

    E basta!! Con tutti i problemi che Campobasso ed il Molise hanno! Siamo a dir poco ridicoli!

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