Hanno tutti tra i 19 e i 22 anni, eppure i sette ragazzi del modenese arrestati nelle scorse ore sono passati alla ribalta della cronaca nazionale per il caso Corinaldo, quello della discoteca ‘La Lanterna Azzurra’ in provincia di Ancona, in cui lo scorso 7 dicembre persero la vita 5 giovani e una madre. Il maxi concerto dal tragico epilogo in cui rimase gravemente ferito anche un 18enne di Ferrazzano, Eurenio Bove, che frequentava l’istituto tecnico ‘Marconi’ di Campobasso. Riaprì gli occhi solo dopo sei giorni, dopo esser stato ricoverato nel reparto di Terapia intensiva agli Ospedali riuniti ad Ancona.
Sui sette gravano accuse pesanti: grazie all’uso di spray al peperoncino riuscivano a mettersi in tasca quasi 15mila euro al mese. Almeno è questo il conto fatto dagli investigatori fino ad ora. La loro specialità: i furti nelle le discoteche, dove il buio e lo spray urticante rendevano più semplice questo tipo di reato. Per gli investigatori sarebbero artefici di altre rapine, una sessantina in tutto. Tutte avvenute nel Centro nord, ma senza disdegnare l’estero: dalle indagini pare che i sette abbiano colpito anche ‘Chessy, presso il parco divertimenti Disneyland’.
Sui sette gravano accuse pensati: omicidio preterintenzionale e lesioni. E se di questi sei erano veramente gli artefici dei colpi, uno di loro è stato fermato con l’accusa di essere il ricettatore, ma solo per associazione.
I sei ragazzi quella sera erano tutti alla ‘Lanterna Azzurra’, mentre il ricettatore, arrestato con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al furto, veniva contattato solo prima del furti.

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