“Si nasce e si muore con il Campobasso nel cuore”. Così recitava la dedica che campeggiava, fino a pochi giorni, fa sul muro dell’ex stadio Romagnoli. Attorno a quella scritta, i volti dei 5 campioni che hanno fatto la storia del calcio molisano, amati e rispettati da ogni campobassano doc: Molinari, Scorrano, Biondi, Cosco e Marinelli. L’iniziativa, voluta nel 2016 dall’associazione Talenti e artisti molisani, aveva visto la collaborazione dell’associazione Malatesta, ‘reclutata’ da Michele Falcione per l’organizzazione dei lavori e la realizzazione dei murales.
In vista dell’apertura dell’edizione 2019 del Draw the line, festival di street art organizzato e autofinanziato dai soci dell’associazione Malatesta – ai quali va il merito di aver riqualificato aree abbandonate della città attraverso l’intervento di artisti di fama locale ed internazionale – alcuni giorni fa quei ritratti sono stati rimossi per lasciare ‘campo libero’ agli artisti che interverranno alla manifestazione in programma il prossimo weekend.
Una decisione sicuramente drastica che ha innescato fin da subito una serie di polemiche. Intanto, mentre dall’associazione Talenti e artisti molisani tutto tace, tra venerdì e sabato sono stati cancellati anche gli ultimi due murales dedicati a Piero Ioffredi e al mister Mariano Credico.
A voler fare subito chiarezza sul caso sono stati i soci Malatesta che, un paio di giorni fa, in una nota, hanno ribadito «il massimo rispetto ed il legame indissolubile per le persone rappresentate su quei muri» e che non era loro intenzione offendere nessuno.
Ci hanno tenuto però a sottolineare di essersi accordati al momento della realizzazione con i familiari delle persone scomparse e con la stessa associazione sul fatto che, «proprio per la natura artistica di quegli spazi, sarebbero stati cancellati nel corso degli anni per dare inizio ad altri eventi e a nuovi artisti».
Una giustificazione che, però, sembra non aver convinto tutti. I primi ad indignarsi sulla scelta dell’associazione di cancellare quei ritratti sono stati, infatti, proprio i familiari dei protagonisti: «12 giorni fa sono stata lì a parlare con te e a prendere dal tuo sguardo quella grinta che è linfa in questa vita – scrive amareggiata la figlia di Michele Scorrano, Mirella – Ironicamente ho parlato anche con chi di dovere per dire che eri bello con i capelli cresciuti, ma mai avrei pensato ad un epilogo del genere…ora si parla di rispetto dei personaggi rappresentati ma non vi facevate problemi a portare avanti le vostre ragioni definendolo il muro del pianto. Ragazzi cari, lasciate che vi dica una cosa: per cancellare i veri esempi, di cui le città dovrebbero essere tappezzate, non basterà un secchio di vernice. Per sempre nel cuore di tutti».
A commentare la scelta anche Giovannella Molinaro che in un post scrive: «I fatti restano, i ricordi sono nel cuore, le parole volano… la stupidità non trova casa …vi hanno cancellato…. bene così … si troveranno nuove occasioni, nuovi luoghi».
In tanti in queste ore puntano il dito contro i Malatesta, ma c’è anche chi propone all’associazione di ‘rimediare’ al torto subito da famiglie e cittadini proponendo agli artisti che interverranno di realizzare nuovi murales con le stesse icone sportive.
Insomma, se da una parte l’arte urbana e i capolavori realizzati grazie ai Malatesta hanno reso ognuno di noi orgogliosi della nostra città, la scelta di cancellare tutto e far tornare quel muro una tela bianca ha solo creato malcontento all’interno della comunità, per sempre devota e riconoscente a persone che hanno fatto la storia della nostra città.

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