La battaglia per la difesa della sanità molisana passa per il l’assise civica di Palazzo San Giorgio. Colmare lo squilibrio tra pubblico e privato, rivedere i limiti imposti dal decreto Balduzzi e stop al commissariamento: queste le principali richieste emerse ieri mattina in Consiglio durante la seduta monotematica proposta dagli esponenti del centrosinistra a cui, un po’ a sorpresa, ha partecipato il commissario ad acta Angelo Giustina. Una presenza che non tutti davano per certa visto il forfait del generale quando l’argomento era in agenda a Palazzo D’Aimmo.
Oltre a Giustini hanno partecipato al dibattito anche il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale Quintino Pallante, il direttore facente funzione dell’Asrem Antonio Lucchetti, e il senatore pentastellato Fabrizio Ortis.
Il commissario nel suo intervento ha garantito che ci sarà condivisione con i rappresentanti delle istituzioni, comitati e ordini professionali sulla bozza del Piano operativo straordinario 2019-2021 che sarà poi sottoposta all’esame dei ministeri della Salute ed Economia e Agenas. Ma, allo stesso tempo, non ha svelato nessun dettaglio o chiarimento sul piano che è «ancora sul tavolo dei Ministeri», ha detto. «Si sta lavorando per il bene del Molise», il commento secco. Insomma, i provvedimenti in materia sanitaria sono ancora avvolti dal mistero nonostante il precedente piano sanitario sia ormai scaduto da ben nove mesi.
«Accolgo con favore le parole del commissario ad acta per la sanità su un coinvolgimento della filiera istituzionale nella definizione del nuovo Programma operativo straordinario», ha evidenziato Pallante. «Il Molise merita un’attenzione particolare, e per le sue peculiarità meriterebbe il riconoscimento di Regione e statuto speciale. Se riuscissimo a far comprendere questo, avremmo risolto buona parte dei nostri problemi. Ribadisco che da parte del Governo centrale c’è bisogno di una visione non squisitamente numerica, altrimenti il Molise risulta perdente».
In aula anche i rappresentati dei comitati e degli ordini professionali Carolina De Vincenzo (presidente Ordine dei Medici di Campobasso), Aida Trentalance (Portavoce Coordinamento Comitati per la difesa della Sanità Pubblica), Clementina Porzio (rappresentante dell’Associazione Pro Cardarelli), Alberto Cancellario (a nome delle diverse associazioni di quartiere della città), Nicola Lanza (Cittadinanza Attiva), Italo Testa (rappresentante del Forum a difesa della Sanità Pubblica).
Subito dopo si è aperta la fase di dibattito e confronto con gli interventi dei vari consiglieri che si sono pronunciati sul documento presentato all’ordine del giorno dal gruppo del Partito Democratico.
Nel dibattito è intervenuto anche il sindaco Roberto Gravina che nel dichiarare il voto a favore suo e della maggioranza rappresentata dal Movimento 5 Stelle, ha però voluto anche precisare: «Ho condiviso molto l’intervento della dottoressa Carolina De Vincenzo, presidente Ordine dei Medici di Campobasso, che al di là di qualche recriminazione sul passato, ha tracciato chiaramente il quadro delle responsabilità della politica nel tempo. La Regione Molise è stata influenzata per troppo tempo, in fase di scelte sanitarie, dalla politica e continua ad essere condizionata in questo senso.
Tutti i discorsi qui fatti sono tutti giusti e sensati, – ha commentato Gravina – ma mi sembra altrettanto interessante quanto detto dal consigliere Colagiovanni il quale teme che, per quanto ci sia buona fede e buone intenzioni, attraverso documenti come questo presentato oggi in Consiglio, anche mettendoci la buona volontà istituzionale, se non siamo attori in causa dal punto di vista decisionale non saremo comunque in grado di incidere sui futuri tanto desiderati cambiamenti.
Quando dico che in questo testo proposto dal Pd al Consiglio comunale ci sono enunciazioni di principio giuste e doverose che però non apportano molto al dibattito in termini di risoluzioni dei problemi oggi ascoltati, non lo dico con nessuno spirito di contrapposizione, ma per chiarire che le azioni da compiere restano ancora altre.
Intanto, come detto dalla stessa consigliera Salvatore, è stata di sicuro una buona cosa essere riusciti ad avere qui in aula tutte le parti in campo, compreso il commissario Giustini; – ha riconosciuto Gravina – questa potrebbe già rappresentare un’indicazione positiva per il futuro, partendo dal fatto inconfutabile che quando non c’è pregiudizio tra chi è chiamato ad operare da tecnico, da politico o da associazione, per le soluzioni da studiare, forse il clima diventa se non altro più costruttivo e siamo tutti più pronti a metterci in ascolto.
La politica ha dimostrato troppe volte di non operare con responsabilità quando si è parlato di sanità in questa regione ed ecco perché si è arrivati ai commissari, ai tecnici per natura, in questo settore. Del resto veniamo da anni di commissariamento esclusivamente politico che non hanno portato grandi benefici rispetto al presente, anzi.
Nel concreto, al di là di quanto votato oggi, e in attesa di un documento da discutere, ovvero la bozza del P.O.S., io intanto punterei sull’individuazione di cose concrete da realizzare per migliorare ciò che abbiamo e in quest’ottica un sistema di soccorso veloce, dal punto di vista del raggiungimento delle strutture, magari con sistemi di elisoccorso funzionanti, per me resta un tema centrale sul quale spingerò.”
Alla fine dei lavori, che sono andati avanti fino alle ore 18, l’odg è stato approvato (con un emendamento) con 22 voti a favore e 4 astenuti, Esposito (Forza Italia), D’Alessandro (Lega Nord), Annuario (Fratelli d’Italia) e Sabusco (È ora).
«Esprimiamo soddisfazione per avere fatto in modo che il Consiglio di Campobasso diventasse il centro del dibattito sulla sanità regionale – hanno commentato gli esponenti del centrosinistra Trivisonno, Battista, Salvatore e Chierchia – e per avere consentito che si ottenesse una importante apertura da parte del Commissario ad acta rispetto alle istanze emerse durante il dibattito odierno. Ulteriore risultato, infatti, consiste nell’aver proposto e fatto approvare un emendamento che chiede la apertura di un tavolo di discussione permanente dove i protagonisti siano, oltre che le istituzioni, i cittadini organizzati in comitati e gli ordini professionali interessati. Il consiglio comunale di Campobasso vuole una sanità pubblica forte e di qualità. Ci batteremo sempre in questa direzione».

I PUNTI DELL’ODG APPROVATO

• Occorre garantire i Livelli Essenziali di Assistenza -con prestazioni appropriate ed efficaci- a tutti i molisani, attraverso un’offerta sanitaria ben calibrata sui dati epidemiologici e attraverso una sanità pubblica di alta qualità, integrata e non sostituita con quella offerta dai migliori operatori privati.
• La percentuale dei posti letto per acuti al comparto pubblico deve tornare a quota 80%.
• Il Sistema Sanitario Regionale deve tenere conto delle esigenze e delle peculiarità del territorio e, partendo dalla valutazione del medico di base, porta d’ingresso del sistema sanitario, deve caratterizzarsi per la valorizzazione della prevenzione, della medicina di prossimità, domiciliare e distrettuale, senza prescindere, però, dal ripristino/potenziamento del circuito delle urgenze e delle emergenze, rendendo fruibile per tutti i cittadini molisani l’accesso alla rete ospedaliera (perchè gli ospedali restano l’insostituibile presidio da utilizzare per le acuzie, nei casi per i quali la prestazione territoriale non può essere risolutiva).
• Devono essere date risposte tempestive alle patologie tempo-dipendenti, risposte che mettano in sicurezza la vita e l’integrità psico-fisica dei cittadini, ripristinando un Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione (DEA) di secondo livello presso il Cardarelli e, con esso, il reparto di Neurochirurgia, ma anche reparti, non rientranti tra quelli tempo-dipendenti, come quello di Oncologia, di Malattie Infettive, di Gastroenterologia, con relativi posti letto. Il Cardarelli potrà, così, vedere, finalmente, anche l’apertura della “Stroke Unit” dedicata alla cura dell’ictus.
• Devono essere aumentati gli investimenti nella Sanità pubblica, per garantire maggiore qualità delle prestazioni e per ridurre la percentuale di mobilità passiva ed assorbire anche nel pubblico la mobilità attiva: occorre un adeguato numero di risorse umane professionalizzate e con rapporto di lavoro stabile; l’investimento in strumentazione d’avanguardia, la drastica riduzione delle liste d’attesa, la eliminazione della possibilità di acquistare prestazioni extra-budget dal privato fino a quando non si torni ad una Sanità Pubblica forte ed attrattiva.
• È necessario che il nuovo P.O.S. venga definito sulla scorta dei contributi delle organizzazioni di categoria (Ordini, comitati, sindacati, ecc.) attraverso la creazione di un tavolo di discussione permanente, e dei principi sopra richiamati, e che attuati tali principi si ponga fine quanto prima alla fase commissariale, con un ritorno alla normalità nella programmazione e nella gestione del SS Regionale.
I molisani non sono cittadini di serie B, ma titolari di un diritto, quello alla salute, costituzionalmente garantito e che, quindi, deve essere assicurato con pienezza ed a prescindere dal luogo di residenza.

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