Tra 72 ore lascerà Campobasso e gli uffici di via Tiberio per ‘far posto’ al suo sostituto Alberto Francini. Ma prima di ‘fare le valigie’ il questore Mario Caggegi ha voluto salutare e ringraziare la stampa per il lavoro svolto – «congiuntamente alla Polizia»- in questi due anni. Insieme al capo di Gabinetto Mariapina Sabelli ha fatto visita alla redazione di Primo Piano Molise e Teleregione, per un saluto cordiale e molto gradito.
Un’occasione anche per tracciare un bilancio della sua attività nella provincia di Campobasso: «In genere il bilancio se lo fa la parte interessata è un po’ viziato dal proprio io, – ha detto – forse il bilancio lo devono fare i cittadini, il mio personale e chi ha usufruito del servizio che io ho reso, perché noi lavoriamo non per il risultato ma per il bene della comunità.
Oggi (ieri) c’è stata una conferenza interregionale, il trend fortunatamente è positivo, c’è stato un calo dei reati perché noi facciamo squadra con tutte le forze dell’ordine, con la magistratura, con la prefettura e i risultati che si ottengono sono di squadra.
Per quel che riguarda la mia esperienza personale, io mi sono trovato benissimo. Ad una perplessità iniziale per il clima e per una città che non conoscevo sono seguite invece delle belle emozioni, giornate trascorse insieme ad amici. Ho mangiato genuino per un bel periodo, cosa che non facevo da tempo – confessa sorridendo – poi ho trovato un ambiente favorevole nei mass media, e negli ambienti lavorativi ed istituzionali.
Quando il mio capo mi disse di venire qua, gli chiesi ‘scusi ma dove si trova Campobasso’, facendo una battuta. E il capo mi rispose proprio per questo ti mando lì, per fartela conoscere. La perplessità che avevo è stata superata alla grande: prefetto e magistratura eccezionali, gente bellissima».
Questa missione che le venne affidata due anni fa può dirsi conclusa? «Per quel che mi riguarda vi posso assicurare che le missioni di noi servitori dello Stato non sono mai compiute perché bisogna lavorare per fare sempre meglio. Mi auguro che il collega che mi sostituirà prenderà quello che di buono ho lasciato e lo migliori. In Molise e a Campobasso sicuramente non ho lavorato con i ritmi e l’adrenalina di altri posti, però hanno lavorato di più i ‘miei’ perché il lavoro di Polizia non è standardizzato e si adatta al contesto in cui viene svolto.
C’è poi un lavoro sottotraccia, dietro le quinte, la prevenzione non si vede. Tutto quello che viene fatto per evitare i reati non si vede. Mi piace citare una frase, ‘non tutto quello che conta non si può contare, e non tutto quello che si può contare conta. Bene, la prevenzione non si può contare ma conta».

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