Avevano annunciato ‘battaglia’ già dalla tarda serata di lunedì. E così è stato. La minoranza di centrodestra e quella del Pd di Palazzo San Giorgio hanno disertato il Consiglio di ieri poiché, secondo le opposizioni, la convocazione non ha rispettato quanto prescrivono le norme in vigore. Per la notifica di un Consiglio Comunale, infatti, per permettere la visione e lo studio dei documenti, sono necessari tre giorni liberi dalla Conferenza dei Capigruppo, «quest’ultima tenutasi venerdì 25 ottobre e convocata soltanto il giorno precedente alle 8,30 del mattino. La convocazione dell’assise – spiegano – per il 29 ottobre è arrivata dalla Posta Elettronica Certificata del Presidente del Consiglio soltanto nella serata di sabato 26 (alle 22,30, ndr).
Regolamenti alla mano, dunque, il Consiglio comunale, che, tra l’altro, prevede argomenti di particolare rilievo, come una variazione di bilancio di oltre mezzo milione di euro per il trasporto pubblico locale, in caso di svolgimento sarebbe illegittimo. Il centrodestra, inoltre, ha presentato per il prossimo Consiglio comunale ben 21 argomenti tra ordini del giorno, mozioni, interrogazioni e interpellanze».
Con i banchi della minoranza totalmente vuoti e con la presenza della sola maggioranza grillina i lavori sono durati circa un’ora.
Proprio in merito ai termini riguardanti la convocazione del Consiglio, il Segretario generale, Vincenzo Benassai, su richiesta del presidente dell’Assise Antonio Guglielmi, ha espresso il suo parere di regolarità. Il segretario generale ha comunicato che la convocazione del Consiglio comunale è stata protocollata in data 25 ottobre con il numero di protocollo 57942 ed è stata consegnata con strumento elettronico a disposizione dell’Ente cioè una Pec istituzionale intestata al Presidente del Consiglio comunale nel giorno successivo, cioè sabato 26, quindi nei tre giorni antecedenti alla seduta consiliare prevista per oggi; pertanto il termine per la convocazione del Consiglio è stato rispettato.
Il presidente ha concluso evidenziando che c’è stato un episodio analogo nella seduta del 15 aprile di quest’anno con la precedente amministrazione. In una situazione analoga la seduta è stata legittimamente tenuta alla data prevista dall’avviso di convocazione inviato tre giorni prima della seduta, non considerando il primo giorno cioè il dies a quo e, invece, considerando il dies ad quem.
Dopo il parere del Segretario Benassai, il capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Antonio Vinciguerra, ha chiesto l’inversione dei punti previsti all’Ordine del Giorno per permettere così la discussione immediata delle delibere. Il Consiglio ha prima votato l’inversione dell’odg e, dopo l’intervento dell’assessore al Bilancio, Pina Panichella, e del sindaco Gravina, ha approvato le proposte di Deliberazione relative alla ratifica variazione al bilancio di previsione finanziario 2019/2021 adottato in via d’urgenza dalla Giunta Comunale con atto n.227 del 9 ottobre 2019 e la Variazione al bilancio di previsione finanziario 2019/2021. Si tratta di 500mila euro destinati al trasporto urbano e quasi un milione per pagare le rette dei minori allontanati da famiglie problematiche e ospitati nelle varie case famiglie.
Non essendo presenti in aula i consiglieri di minoranza che avevano proposto interrogazioni e interpellanze, non è stato possibile discutere le stesse in questa seduta e la trattazione slitta così al prossimo Consiglio.
Lo stesso Consiglio ha poi votato a favore del rinvio delle mozioni e degli ordini del giorno presentati sempre dai consiglieri di minoranza non presenti in aula, al fine di permetterne la discussione nel prossimo Consiglio.
Al termine dei lavori però la minoranza di centrodestra ha annunciato che chiederà al prefetto di annullare la seduta. I consiglieri inoltre, sono intenzionati a presentare una mozione di sfiducia nei confronti del presidente dell’Assise Guglielmi ‘accusato’ di non essere ricoprire un ruolo super partes, prerogativa imprescindibile per un presidente del Consiglio.
«Il presidente del Consiglio comunale – l’accusa del centrodestra – deve vivere a tempo pieno sia gli uffici sia l’esercizio delle proprie funzioni. Circostanza che non appartiene a chi oggi svolge questo ruolo, che non ha optato per il suo compito a tempo pieno, ma soltanto part-time, dividendosi col proprio lavoro, nonostante le leggi in vigore prevedano l’aspettativa per cariche pubbliche elettive, che può essere richiesta dal lavoratore dipendente, pubblico e privato, che sia stato eletto in un’assemblea pubblica.
Un diritto che trova fondamento nell’art. 51 della nostra Costituzione: “Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro”, per consentire un’effettiva partecipazione alla vita politica.
La circostanza dello svolgimento di questo ruolo così importante part-time non sta consentendo al presidente del Consiglio di svolgere questo importante ruolo così come si dovrebbe.
Noi rappresentiamo il 49,11% degli elettori, rispetto al 29%. Sono i numeri del primo turno, quando candidati consiglieri e liste hanno trainato la metà degli elettori del capoluogo a votare centrodestra. Il ballottaggio è altra storia. Esigiamo, quindi, rispetto delle regole, rispetto delle nostre prerogative, considerando che rappresentiamo la metà della volontà dei cittadini di Campobasso».

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