La ‘bomba’ la lancia il sindaco Roberto Gravina, rivelando tutte le falle di un sistema, inaugurato a Campobasso poco meno di un anno fa (ad aprile) e costato complessivamente 2 milioni di euro, circa 600mila euro solo per il capoluogo. Parliamo delle telecamere previste nel Patto per la Sicurezza, progetto avviato e concluso dalla Regione sotto il governo di Paolo di Laura Frattura che ha toccato 11 comuni molisani, quelli superiori a 5.000 abitanti. Un provvedimento spacciato per ‘risolutivo’, soprattutto nel capoluogo di regione dove alcuni episodi di cronaca (come i furti nelle scuole e lo spaccio di droga) richiedevano necessariamente il supporto di un sistema di videosorveglianza che, oltre a fungere da deterrente, aiutasse le forze dell’ordine nelle indagini.
Eppure le avvisaglie che non tutto stava procedendo ‘secondo i piani’ si erano avute in diverse occasioni. Uno su tutti, l’episodio dell’aggressione di una 20enne nel sottopasso ferroviario di via Novelli a fine aprile. In quel caso l’unica telecamera presente all’ingresso del tunnel non aveva registrato le immagini per un problema di connessione. Ma all’epoca il ‘cortocircuito’ venne prontamente giustificato: «Il sistema è entrato in funzione da poco, lo stiamo ancora perfezionando».
E invece, a distanza di 8 mesi dal inaugurazione della sala operativa di via Toscana e dell’attivazione delle 120 telecamere (su 140 previste dal Patto), si scopre che c’è ben poco da perfezionare.
Palazzo San Giorgio ha infatti segnalato alla Regione tutte le criticità del sistema, «soprattutto dal punto di vista tecnologico, il progetto allo stato attuale non è adatto alle infrastrutture esistenti, – ha commentato il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina – in ogni caso, trattandosi, giova ricordarlo, di un appalto regionale, abbiamo scritto alla stessa Regione Molise per chiedere un intervento in garanzia.
Del resto, la stessa ditta che ha realizzato l’impianto ha risposto ad una nota dell’amministrazione comunale specificando testualmente che l’impianto in questione è stato consegnato all’Amministrazione in “Modalità Test” e nello stato attuale e pertanto l’impianto è per definizione ancora in uno stadio intermedio e parziale (per quanto avanzato) di realizzazione e può presentare criticità da definire e risolvere in sede di testing/regolazione. Inoltre il contratto impedisce, anche sotto il profilo squisitamente giuridico, l’avvio della manutenzione.
Bisognerà operare per compiere interventi in grado di migliorare innanzitutto l’infrastruttura esistente, – ha aggiunto Gravina – ma poi, come amministrazione comunale, con un altro programma, abbiamo previsto l’installazione di altre 21 telecamere di migliore qualità rispetto a quelle esistenti che, soprattutto, non verranno connesse sulla rete Wi-Fi ma forniranno immagini visionabili ogni qual volta le autorità di polizia ne avranno bisogno e ne faranno richiesta».
Insomma, in una parola, un flop.

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