Nelle ultime settimane sono finiti al centro delle polemiche, nell’aula consiliare di Palazzo San Giorgio e sui social. Ma i titolari dei pub di via Ferrari non ci stanno ad essere bollati come ‘incivili’ e tra i responsabili del degrado della strada della movida. La questione tiene banco soprattutto in Consiglio, dove l’opposizione di centrodestra ha presentato un ordine del giorno (poi ritirato per essere ridiscusso in commissione, ndr) che, tra le altre cose, prevede il divieto di vendita di cibo e bevande in contenitori di vetro a plastica dopo le ore 20. Un provvedimento che, a detta di molti, decreterebbe la morte di tutte le attività della zona. La risposta dei gestori dei pub è arrivata – coi fatti – sabato scorso: chiuse le attività titolari e dipendenti, sacchi alla mano, hanno raccolto bicchieri e cartacce lasciate per strada. Nonostante le notizie apparse in rete, l’area è stata completamente pulita. Ad agevolare il lavoro anche la decisione del Comune di posizionare lungo la strada della movida diversi cassonetti dell’immondizia. Eppure, le foto circolate in rete e su alcuni giornali online (probabilmente scattate prima dell’orario di chiusura dei locali) ‘raccontavano’ tutt’altro. Ieri i titolari dei locali hanno postato le immagini che, invece, non lasciano spazio ad interpretazioni. «Queste sono le foto scattate a chiusura dei locali sabato notte! Ora, qualcuno mi spieghi a che gioco stiamo giocando – scrive Matteo Minicucci, titolare del ristorante Amici miei – perché qui comincia a non essere chiara la situazione! Prima di tutto, quando i locali stavano per chiudere, i proprietari sono usciti fuori con i sacchi cominciando a raccogliere tutto lo schifo rimasto sulle panchine e di fronte i locali. In secondo luogo, se si parla di inciviltà il problema purtroppo non è degli esercenti ma dell’educazione sbagliata che hanno ricevuto questi ragazzi che potrebbero essere anche figli vostri (con tutto il rispetto è solamente un esempio)! Avevamo ragione noi da una vita: con un paio di secchi si risolveva il vostro “cancro” chiamato via Ferrari».

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