Si è spento a Roma, all’età di 91 anni, Piero Terracina, uno degli ultimi sopravvissuti all’Olocausto. Nel 1944, nel giorno della Pasqua ebraica, quando era solo un adolescente, fu arrestato e condotto nel carcere Regina Coeli con la sua famiglia, poi nel campo di Fossoli, in provincia di Modena e infine nel campo di concentramento di Auschwitz. Fu l’unico della sua famiglia a sopravvivere all’orrore dei campi di sterminio.
Quale testimone vivente di una delle pagine più buie della storia, l’Unimol, nel marzo 2015, gli aveva conferito la Laurea honoris causa in Scienze della Formazione Primaria, convinta del fatto che «la custodia della memoria di quanto avvenuto, pur rinnovando dolore e orrore, sia un insegnamento fondamentale con cui crescere i giovani».
Terracina, infatti, «ha speso la sua vita assumendosi la responsabilità di testimone e maestro affinché non si imponessero mai più visioni violente e totalitarie che si propongono di annullare la libertà delle persone e il loro valore unico e assoluto. L’Università del Molise, commossa e grata per l’esistenza del dottore Piero Terracina, si propone di rimanere fedele a tali insegnamenti, che sono anche il fulcro di ogni vera ricerca e dell’insegnamento a ogni livello».
Solo pochi giorni fa il Consiglio comunale di Campobasso gli aveva conferito l’importante riconoscimento della cittadinanza onoraria insieme a Liliana Segre, alla quale si era aggiunta anche la cittadinanza benemerita a Giovanni Tucci e Michele Montagano.
Anche da Palazzo San Giorgio, dunque, giunge il cordoglio per la scomparsa di Terracina: «L’intera amministrazione comunale di Campobasso – si legge in una nota – esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di Piero Terracina, al quale, proprio giovedì scorso, il Consiglio comunale cittadino, all’unanimità, aveva votato per riconoscergli la cittadinanza onoraria della nostra città. All’uomo che ha speso tutta la sua vita per garantire alla nostra società la memoria della Shoah testimoniando la crudeltà perpetrata contro un intero popolo, continuerà ad andare il riconoscimento senza tempo della nostra comunità cittadina».
Anche il premier Giuseppe Conte, in una nota, ha voluto ricordare con immenso rispetto e gratitudine la figura di Terracina: «Primo Levi ammoniva di non togliere il segnalibro della memoria dalla pagina dell’Olocausto. Addio a Piero Terracina. La sua testimonianza su Auschwitz è memoria collettiva: un patrimonio che ora tocca a noi alimentare perché possa trasmettersi anche alle future generazioni».

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