Allontanato in via provvisoria, nell’attesa che gli accertamenti in corso da parte della Curia vengano completati. Per ora non potrà dunque celebrare messa il parroco di Acquaviva d’Isernia finito al centro di un presunto caso di pedofilia, dopo la denuncia da parte del giovane polacco Giorgio Babicz, che lo accusa di aver abusato di lui quando, 17 anni fa, arrivarono insieme in Molise.
Il provvedimento è stato annunciato ufficialmente dal vescovo della diocesi di Isernia-Venafro, monsignor Camillo Cibotti che ieri mattina è giunto in paese per incontrare i fedeli. Ad attenderlo, nella chiesa madre di Sant’Anastasio Martire c’erano tantissime persone. A loro il prelato ha presentato il nuovo parroco, padre Raimondo (nella foto a destra), appartenente all’ordine dei Trinitari. Il sacerdote a cui è stata affidata la parrocchia è originario del Madagascar e ha studiato in seminario a Napoli.
Il vescovo ha rassicurato i parrocchiani, confermando che l’inchiesta aperta dalla Procura, così come anticipato nei giorni scorsi da Primo Piano Molise, è stata archiviata. Non si è invece ancora conclusa l’indagine da parte della Curia. Cibotti ha ribadito che al termine degli accertamenti, nel caso in cui le accuse della presunta vittima dovessero risultare fondate, verranno assunti i provvedimenti del caso nei confronti del sacerdote polacco. Ha poi spiegato che era già sua intenzione allontanare, in via momentanea, il prete. Aveva deciso di farlo dopo le celebrazioni della Santa Pasqua. Poi, anche alla luce dell’incontro avuto con la sindaca Francesca Petrocelli, ha deciso di adottare subito tale provvedimento.
Dunque è stata accolta l’istanza della comunità di Acquaviva d’Isernia, sconvolta dal caso che ha suscitato una vera bufera mediatica. A creare maggiore sconcerto è stato il servizio mandato in onda domenica 11 marzo dal noto programma di Italia 1’Le Iene’. Fino a quel momento, infatti, i fedeli avevano difeso il loro parroco, certi della sua innocenza. Ma poi qualcosa è cambiato. A turbare, e non poco, i fedeli è stato il dialogo tra il sacerdote e la sua presunta vittima. Una conversazione in polacco che ha insinuato dubbi anche in chi, fino a qual momento, non ne aveva. «Per quegli errori che ho commesso ti chiedo sinceramente scusa – le parole del sacerdote -. Non sto dicendo che ero un Santo. Io voglio che ci sia pace tra di noi, come comanda il Signore. Senti nessuno è perfetto. È inutile che andiamo a scavare nel passato. La vita è un mistero, questa è la verità. Mettiamoci una pietra sopra. Tu dimentica e io dimentica. Iniziamo a vivere in un modo cristiano».

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