Sono giorni di attesa e speranza per Frosolone e l’intero Molise. Ieri si è aperta infatti una settimana decisiva per la Transumanza. Il Comitato Mondiale dell’Unesco, riunito a Bogotà in Colombia, deciderà se includere tale pratica nella Lista dei Patrimoni Culturali Immateriali Mondiali dell’Umanità. La Transumanza è una antica pratica della pastorizia che consiste nella migrazione stagionale del bestiame lungo le rotte migratorie nel Mediterraneo e nelle Alpi. Tale tradizione affonda le sue radici sin dalla preistoria e si sviluppa in Italia anche tramite le vie erbose dei “tratturi”, ancora in uso tra Molise e Puglia.
La candidatura all’Unesco della Transumanza è stata avanzata nel 2017 da Italia (capofila), Austria e Grecia ed il dossier è stato elaborato da un pool di esperti guidato dal professor Pier Luigi Petrillo. La proposta unisce tutta l’Italia dalle Alpi al Tavoliere. E Frosolone figura nella lista delle comunità emblematiche indicate nel dossier come luoghi simbolici della transumanza. L’elenco comprende anche i comuni di Amatrice, da cui è partita la candidatura subito dopo il devastante terremoto, Pescocostanzo e Anversa degli Abruzzi in provincia dell’Aquila, Lacedonia in Alta Irpinia in Campania, San Marco in Lamis e Volturara Appula (il paese del Premier Conte) in provincia di Foggia.
A decidere saranno i delegati di 24 Stati: Armenia, Austria, Azerbaijan, Cameroon, Cina, Colombia, Cuba, Cipro, Djibouti, Guatemala, Giamaica, Giappone, Kazakhstan, Kuwait, Libano, Mauritius, Olanda, Palestina, Filippine, Polonia, Senegal, Sri Lanka, Togo e Zambia.
Un legame molto forte quello che lega Frosolone alla Transumanza, tenuta in vita dalla famiglia molisana Colantuono e negli ultimi anni da Carmelina, oggi simbolo e custode di questa nobile memori. La donna simbolo della transumanza italiana e il direttore di Asvir Moligal, supportata da Geaco Srl, l’Agenzia molisana che si è occupata di curare il progetto di partenariato nazionale nell’ambito della candidatura internazionale presentata a Parigi il 27 marzo 12018, incrociano le dita «perché – dice Carmelina Colantuono – tutto è ancora da decidere, anche all’ultimo momento, sebbene il dossier prodotto sia stato valutato positivamente come best practice per le candidature Unesco. «Ce l’abbiamo messa tutta – spiega Carmelina Colantuono – L’Agenzia Moligal Geaco Srl di Nicola Di Niro ha svolto un enorme lavoro di raccordo per trovare il materiale utile per tenere uniti i territori coinvolti e dare forza al dossier. Di più dal Molise non potevamo fare, ora spetta ad altri decidere». L’Italia è stata capofila del progetto e il molisano Nicola Di Niro ricorda il lavoro nei dieci anni che hanno portato il progetto da Campobasso a Bogotà. «Proprio così – dice – era il 2009 quando, a chiusura della prima attività di ricerca e di studio sulle transumanze in Europa, con un progetto di cooperazione transnazionale al quale hanno partecipato rappresentanti di Italia, Francia, Portogallo e Grecia. In quell’occasione venne firmato un documento che prevedeva come capofila l’Agenzia Asvir Moligal Geaco Srl, e che apriva per la priva volta a una possibile condivisione per tentare la strada della candidatura internazionale al patrimonio Unesco. Il passo successivo – prosegue Di Niro – è stato presentare il fascicolo alla commissione nazionale Unesco e avviare la pratica di iscrizione della transumanza dei Colantuono al Registro del Mipaf. Quindi, nel novembre del 2017 la nostra transumanza, a firma del Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Maurizio Martina, è stata iscritta nel Registro nazionale dei Paesaggi Rurali, delle Pratiche agricole e Conoscenze territoriali. Era una condizione essenziale per la candidatura internazionale che poi è stata presentata dal Ministero italiano a Parigi nel 2018».

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