A poco più di una settimana dal ritrovamento dei corpi senza vita nel bosco di Valle Soda di Franca Iaciofano e Giuseppe Del Riccio prosegue senza sosta il lavoro della Procura di Isernia che sta cercando di fare piena luce su un caso dove compaiono ancora molte ombre. Tra le poche certezze di questa tragica vicenda c’è il tipo di pallottola utilizzata dall’assassino per far fuoco. Franca è stata colpita da una munizione a pallini che le ha perforato il fianco sinistro. Giuseppe, invece, è stato ucciso da un colpo a pallettoni in pieno petto che non gli ha dato scampo. La rosa dei pallini sul fianco della Iaciofano è molto ristretta: il colpo, dunque, è stato esploso a pochi metri di distanza. Bisognerà ora valutare se la posizione del fucile a canne mozze, ritrovato sul cruscotto della Rover 200 di proprietà della donna, sia compatibile con il rinculo dell’ultimo colpo esploso da Giuseppe per porre fine alla sua esistenza. E soprattutto bisogna spiegare perché il bossolo è stato rinvenuto sul lato posteriore sinistro dell’auto con i due corpi privi di vita adagiati nell’abitacolo, l’uno sopra l’altro. La soluzione del giallo potrebbe ruotare attorno a questo elemento. I Carabinieri del Comando Provinciale di Isernia, che stanno analizzando il proiettile su delega della Procura, provano in queste ore a capire se Giuseppe realmente abbia sparato dal lato sinistro della vettura, in piedi, con lo sportello del lato guida aperto e poi abbia rivolto l’arma contro se stesso oppure se sulla scena del crimine, in un freddo lunedì di dicembre, sia comparso un terzo uomo: l’assassino

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