I recenti casi di cronaca che hanno avuto per protagonisti alcuni richiedenti asilo sono fatti isolati.
Lo sostiene il prefetto di Isernia, Fernando Guida, che, come anticipato da Primo Piano Molise, ieri mattina ha presieduto il vertice con le forze di polizia per fare il punto della situazione.
Per il massimo rappresentante del Governo sul territorio i due accadimenti, ovvero la rissa in via Giovanni XXIII culminata con cinque arresti ed il tentato omicidio di Cantalupo, conclusosi con l’arresto di un 21enne del Gambia, sono da ritenersi episodici.
In merito al primo episodio, a giudizio del prefetto di Isernia, che i tafferugli siano esplosi per questioni legate alla spartizione del mercato dello spaccio è una pura ricostruzione investigativa: «tant’è che, allo stato attuale, i soggetti coinvolti sono stati denunciati per i reati di “rissa” e “resistenza e lesioni a pubblico ufficiale” – ha spiegato Guida – non essendosi prefigurata, al momento, alcuna fattispecie legata allo spaccio di sostanze stupefacenti. In ogni caso, per quanto riguarda tale fenomeno – che, nella provincia di Isernia, si allinea alla media nazionale – durante l’incontro è stato evidenziato che sul territorio esiste un’attività di spaccio “al minuto”, molto frammentata poiché posta in essere da soggetti di diverse etnie e, dunque, non assolutamente inquadrabile all’interno di un’organizzazione ben definita».
In particolare, per quanto riguarda il mercato delle droghe “pesanti” come cocaina ed eroina, per il prefetto «esso è riconducibile a tossicodipendenti locali e famiglie di etnia rom stanziali, che si approvvigionano prevalentemente nel napoletano e nel casertano, ma anche nel frusinate, chietino e foggiano» mentre la commercializzazione delle droghe “leggere” come hashish e marijuana «è perlopiù appannaggio di soggetti extracomunitari» ha proseguito Guida. «L’attività di contrasto viene svolta dalle forze di polizia attraverso servizi coordinati di controllo del territorio, con cadenza settimanale, presso istituti scolastici, stazioni ferroviarie, terminal bus e altri luoghi “sensibili”, anche con l’utilizzo di unità cinofile antidroga».
Sul piano della prevenzione – ha ricordato il prefetto – vengono organizzati incontri presso le scuole di ogni ordine e grado per sensibilizzare le giovani generazioni sulla gravità del fenomeno e sulle sue conseguenze dal punto di vista della salute.
Quanto ai risultati ottenuti, dal 1° gennaio 2016 al 31 marzo 2017, sono stati eseguiti complessivamente 28 arresti, 82 denunce a piede libero e 287 segnalazioni per il consumo personale di sostanze stupefacenti.
«In tale contesto – ha fatto spiegato Guida – per quanto concerne i casi più gravi culminati con l’emissione di misure cautelari, dei 28 arresti eseguiti solo 3 hanno riguardato cittadini stranieri, di cui solamente un ospite nei centri di accoglienza gestiti dalla Prefettura; delle denunce a piede libero, solo 21 casi su 82 hanno riguardato cittadini stranieri, di cui 16 ospiti nei Centri temporanei di accoglienza, e delle 287 segnalazioni per uso personale solo 15 sono quelle relative a cittadini stranieri, di cui 10 ospiti nelle strutture ricettive del territorio».
Anche per il tentato omicidio di Cantalupo per il prefetto « si è trattato di un caso circoscritto, peraltro causato da uno stato di alterazione dovuto all’abuso di alcoolici dell’aggressore e non di stupefacenti, episodio peraltro non preceduto da segnali di allarme che potessero far presagire tale accadimento».
Il prefetto ha infine ricordato con orgoglio che, dall’esame degli ultimi dati disponibili relativi alla criminalità «la provincia di Isernia si conferma tra le più sicure d’Italia, figurando tra le venti province in cui l’incidenza dei reati risulta tra le più basse in rapporto alla popolazione, con un calo nel 2016, rispetto all’anno precedente, sia dei reati in generale (-22%), ma anche dei furti (-10%) e delle violenze sessuali (-86%)».

Un Commento

  1. Lidia Staffieri scrive:

    Capisco la posizione del Prefetto, ma resta il fatto che la concentrazione di immigrati è tropo alta per il nostro territorio e queste sono soltanto le prime avvisaglie di ciò che potrà succedere.
    Il Molise non è “terra di nessuno” e qui,come altrove,doveva essere applicata la percentuale di accoglienza prevista per numero di abitanti.
    La solidarietà va fatta ma non a scapito dei residenti

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