Una raccolta firme per dire ‘no’ all’arrivo di 40 migranti. È l’iniziativa promossa dai commercianti della zona di viale dei Pentri che circonda il condominio dell’imprenditore Camillo Colella. Da stasera, in quello stabile, vivranno gli stranieri richiedenti asilo che erano allocati nel centro d’accoglienza di via Giovani XXIII “Hospitality”.
La struttura alla fine di marzo divenne teatro della maxi rissa tra due gruppi ‘rivali’ che, secondo le risultanze delle indagini condotte dalla Polizia, si contendevano alcune piazze di spaccio locali.
Dopo quell’episodio di violenza, sfociato in arresti e denunce, la questione della sicurezza della città e de criteri che i Cat sono tenuti a rispettare animò un aspro dibattito, lungo le strade, ma anche in consiglio comunale e furono in molti a chiedere maggiori controlli e un monitoraggio costante da parte della autorità preposte.
Sono proprio questi i punti centrali della petizione avviata dai titolari del bar Tattira a cui hanno aderito anche i colleghi delle attività commerciali vicine, dopo essere venuti a conoscenza dell’arrivo dei 40 migranti.
Abiteranno nei cinque appartamenti che si trovano ai piani superiori del bar e la loro accoglienza sarà gestita da una cooperativa del posto, che finora non è entrata nel merito delle polemiche.
«Vogliamo garanzie che non bivacchino – hanno sostenuto i titolari del bar Tattira -. Qui vicino c’è una scuola e se è vero che alcuni stranieri delinquono, non è la zona ideale per sistemarli. Abbiamo avuto anche un confronto col proprietario dell’immobile, ma chi ci assicura che la tranquillità di questa zona rimanga intatta?».
In poche ore sono state raccolte circa 100 firme e i promotori non intendono fermarsi, volendo verificare la congruità di questa scelta.
Fu il prefetto Guida, poche settimane dopo la maxi rissa, ad annunciare la chiusura del centro Hospitality, dopo aver svolto un sopralluogo di persona e aver scoperto alcune irregolarità.
In tutto ciò però resta anche il nodo degli stranieri a cui è stata revocata l’accoglienza proprio a causa del loro coinvolgimento nella mega scazzottata in cui vennero usate spranghe, mazze e persino la pala di un cantiere edile.
Per loro, circa sei o sette persone, non ci sarà il trasferimento negli appartamenti di viale dei Pentri.
Intanto i gestori del centro Hospitality hanno presentato ricorso contro il provvedimento di chiusura, disposto dalla prefettura, sicuri di aver svolto la loro attività in maniera regolare, seguendo le richieste stringenti dell’accordo previsto per i Cat.
Eppure i residenti di via Giovanni XXIII hanno sempre lamentato il sovraffollamento di quella villetta, balzata agli onori delle cronache il 28 marzo scorso.
Ora, i commercianti di viale dei Pentri temono di trovarsi di fronte a episodi ‘borderline’ che addirittura potrebbero causare un brusco calo dei loro affari.
Stasera i 40 migranti prenderanno ‘possesso’ dei loro alloggi, ma la mobilitazione dei piccoli imprenditori della zona continuerà e non si escludono nuovi sviluppi. VC

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