‘Piove’ sui reperti del sito Paleolitico di Isernia. La ‘bomba d’acqua’ che domenica si è abbattuta sulla città ha di fatto provocato nuove infiltrazioni nel sito de La Pineta. Una situazione denunciata da anni e, sulla vicenda, scende in campo il segretario della Uil beni culturali Emilio Izzo, che ha inviato una lettera aperta al prefetto di Isernia Guida, al ministro dei Beni Culturali Franceschini, al direttore del Polo Museale del Molise Ventura, al rettore dell’Università di Ferrara Zauli, ai parlamentari molisani Venittelli, Ruta e Leva, al sindaco d’Apollonio, al procuratore Albano, al governatore Frattura e al presidente della Provincia Coia. Obiettivo della missiva è che si trovi una soluzione adeguata che consenta di tutelare il patrimonio archeologico. «Se nessuno interverrà – ha affermato – saremo tutti responsabili di questa catastrofe culturale senza precedenti. Ci troviamo di fronte a un’evidente, quanto pesantemente reiterata, mancata tutela. L’ultimazione del Museo del Paleolitico che, come si ricorderà, approdò solo dopo le proteste portate all’attenzione dei media nazionali (e che costarono al sottoscritto l’allontanamento dal lavoro e dal Molise) e che nella fretta (dopo trent’anni) di consegnarlo, ci ha restituito un grande contenitore incompleto senz’anima e senza contenuti, benché programmati, progettati e pagati, in pratica un Museo di cartone che grida vendetta. Ma certamente la cardarella nera, piena d’acqua piovana, che penetrava sullo scavo, per fortuna in una zona praticamente prima di reperti importanti, fece il giro del mondo e indignò chi queste perle archeologiche tiene a cuore. Ebbene, la riprovevole immagine scandalizzò a tal punto che si corse ai ripari. Infatti, al mio rientro dopo oltre tre anni, ho avuto modo di verificare che le infiltrazioni sono diventate ben cinque e questa volta direttamente sui reperti. E dico infiltrazioni edulcorando la realtà. Un fiume. Un fiume d’acqua scorre sul patrimonio dell’umanità». Una situazione non pù tollerabile. «E adesso basta – tuona Izzo -. Mi appello a tutti, colpevoli o meno, ognuno per quello che rientra nei propri compiti, deve senza tentennamenti porre rimedio a questo disastro. Al Prefetto ho avuto modo di far conoscere l’imponenza del giacimento paleolitico e le deficienze costruttive del Museo, ricevendone in cambio interesse, meraviglia ed imbarazzo, chiedo pubblicamente che si faccia portavoce della situazione drammatica del sito de La Pineta e che convochi tempestivamente un tavolo istituzionale regionale con rappresentanti del Mibact al fine di porre rimedio definitivo a questa mattanza culturale che offende e ferisce. Inoltre mi appello a tutti i cittadini distratti e che in questi anni nemmeno si sono accorti delle ricchezze che hanno, affinché si scrollino di dosso quel torpore perenne e che si facciano portatori di una lotta collettiva a difesa di un bene grande, veicolo, se protetto e valorizzato come si conviene, di prestigio e lavoro per tanti. Infine, ai dirigenti del Mibact ad ogni livello, vorrei dire che il soggetto da allontanare per aver fatto il proprio dovere, in primis quello di cittadino, non sono io, bensì le loro coscienze sature di gravi responsabilità».

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