Da decenni punto di riferimento per gli anziani di Isernia e della sua provincia, ora rischia di non poter portare avanti le sue attività. Continua il momento difficile per il centro sociale ‘Sabino d’Acunto’, a causa della mancata erogazione del contributo da parte del Comune. I 154 soci non si danno per vinti e tornano a far sentire la loro voce. Lo hanno fatto inviando una missiva a tutti i consiglieri di Palazzo San Francesco, con cui viene richiesto il riesame del bilancio di previsione 2017 per consentire l’inserimento delle risorse soppresse in favore del centro.
Nell’istanza recapitata in Municipio viene ripercorsa tutta la vicenda, iniziata a marzo con l’annuncio, da parte dell’amministrazione di dover operare alcuni ‘tagli’, per evitare sanzioni da parte della Corte dei conti. «Non si riusciva a capire il perché e il percome il Centro avesse innescato questo ‘danno erariale’ – si legge nella lettera – e perché questo presunto danno erariale fosse sorto solo nell’anno 2017, e non prima, cioè nei tanti anni precedenti, presumibilmente una quarantina di anni precedenti, ma soltanto nell’anno 2017, in coincidenza con l’avvento della nuova amministrazione comunale».
A quel punto, il comitato di gestione del centro, subito informato dal presidente, Lorenzo Lalli decise di chiedere un incontro con il sindaco Giacomo d’Apollonio che si tenne ad aprile. «Nel corso della riunione – ricorda il comitato nella missiva – fu data piena assicurazione, dal primo cittadino nonché dal consigliere Fantozzi, anch’egli presente, che nulla sarebbe stato tolto al Centro e che si poteva stare tranquilli.
Invece no, perché è saltata anche l’erogazione del contributo comunale, assegnato al Centro da tempo immemorabile e non più iscritto, inaspettatamente e senza alcuna comunicazione, nel bilancio di previsione 2017. Nei due incontri avuti, il primo il 20 settembre con l’assessore alle Politiche Sociali Di Perna, il secondo il 26 ottobre con il sindaco e l’assessore Di Perna, in piena Assemblea Straordinaria dei Soci, si è registrata, qualora ce ne fosse stato bisogno, assoluta conferma che il contributo nel 2017 non sarebbe stato erogato. Per il 2018, invece, a detta del sindaco e del suo Assessore, è tutto da vedere e da decidere: se ne riparlerà». Una soppressione, quella del contributo che i soci non accettano. «È illegittima – afferma il presidente Lalli – e svilisce la finalità altamente sociale della istituzione in quanto non riconosce e non premia, anzi penalizza fortemente, gli sforzi che il centro, e per essa i “volontari” del comitato, fanno per alleviare le sofferenze dovute all’isolamento e all’emarginazione delle persone della terza età, più e più volte rimarcate ed evidenziate in ogni occasione. Preme sottolineare che il centro è una emanazione comunale, in quanto gestito da personale comunale del secondo settore, personale che purtroppo al momento è indisponibile, perché assente per motivi di salute e mai rimpiazzato, nonostante richieste e istanze in tal senso. E anche questo ha comportato, da parte dei componenti del comitato e di alcuni soci, l’obbligo di sobbarcarsi a ulteriori oneri e responsabilità non proprie». La mancata erogazione del contributo comporta inevitabilmente la riduzione, l’eliminazione, la soppressione di attività già programmate e di quelle in corso di programmazione.
«Tutto ciò a ulteriore riprova dello spirito che aleggia all’interno del Centro, che si riassume nella promozione della socializzazione tra i soci – evidenzia ancora Lalli -, non più giovani e in gran parte soli, che hanno trovato e trovano amicizia, compagnia, conforto, sostegno, svago, distrazione, evasione, solidarietà».
Per questo, i soci lanciano un nuovo appello agli amministratori di Palazzo San Francesco «affinché aderiscano all’istanza intesa a richiedere il riesame del bilancio di previsione 2017, previa approvazione di apposita variazione di bilancio che consenta la reiscrizione della voce di finanziamento ingiustamente soppressa, pari ad euro diecimila, in favore del Centro Sociale».

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