L’anno del Consiglio provinciale si chiude con un impegno, quello assunto dal presidente Lorenzo Coia in favore degli ex lavoratori in attesa di ricollocazione. Ieri l’assemblea di via Berta è tornata a riunirsi per discutere numerosi punti all’ordine del giorno, tutti di natura economica e relativi, in particolar modo, ai debiti fuori bilancio. In apertura dei lavori hanno fatto il loro ingresso in aula le circa 40 persone che compongono l’assemblea permanente costituitasi in questi giorni per sollecitare la politica a creare opportunità lavorative. Hanno manifestato tutto il loro disagio per la situazione in cui si trovano e per Natale che avrà un gusto molto amaro. Da anni fuori da aziende chiuse o decotte e ora speranzosi di trovare uno sbocco, magari grazie all’area di crisi. Il presidente Lorenzo Coia li ha invitati a proporre un ordine del giorno che, nel corso della prossima seduta, verrà approvato. Una sorta di sostegno alla causa che martedì prossimo verrà discussa anche in Regione. Con l’assenza di tutti i membri dell’opposizione, il consiglio ha iniziato a vagliare i punti in agenda e tra questi figuravano anche dei rilievi mossi dalla Corte dei Conti in merito al rendiconto di bilancio di tre anni fa. Coia ha spiegato che alcuni correttivi sono stati già messi in atto, poi è passato ai conti e ai vecchi contenziosi che hanno determinato grosse perdite per l’ente.
«Abbiamo una 15ina di debiti fuori bilancio che erano maturati per varie controversie, spese legali, interessi, insomma una serie di questioni che trascinavano da diversi anni – ha spiegato -. C’è poi la delibera della Corte dei Conti sul rendiconto 2014, ma ovviamente noi sosteniamo che i correttivi non possono essere fatti a distanza di tre anni, anche se alcune questioni di principio sono state già sanate, come l’inventario e alcune errate impostazioni di quel rendiconto, quindi siamo rientrati in carreggiata».
L’ultimo punto riguardava il rifugio di Prato Gentile, a Capracotta, una struttura da destinare al Comune. «Ci è arrivata una richiesta da parte dell’amministrazione di non procedere all’alienazione ma a una permuta con dei locali per poter mettere i nostri mezzi comunali per cui paghiamo un affitto esterno. È conveniente sia per Comune sia per Provincia».
Deleghe e risorse.
Coia ha poi ricordato le’sito dell’ultima riunione svoltasi a Roma da tutti i componenti dell’Upi, l’unione italiana della Province. L’obiettivo, in vista del rinnovo del Parlamento, è ottenere le deleghe del passato e di conseguenza un budget più pesante.
«Dal 2010 al 2015 abbiamo contribuito alla spending review per circa 12 miliardi e mezzo: otto miliardi sono stati ridotti da 8600 Comuni e 4 miliardi e mezzo da 76 Province – ha spiegato ancora il presidente -. Il sacrificio più grosso l’hanno fatto proprio le Province che hanno avuto un taglio di risorse, di funzioni, di mezzi e di uomini, cioè siamo stati soppressi prima ancora che passasse il referendum. A un anno dalla bocciatura di quel quesito stiamo chiedendo al capo dello Stato e alle forze politiche di riavere dignità come ente costituente di questo Paese. Speriamo che con il nuovo Governo ci sarà la possibilità di riavere deleghe e risorse, alcune le abbiamo già avute con l’ultima Finanziaria, ma stiamo aspettando ancora un segnale dalla Camera dei deputati».
Infine Coia, come bilancio del 2017, ha sottolineato gli escamotage trovati dalla Provincia più piccola d’Italia per chiudere un bilancio deficitario.
«Un mio collega ha chiesto il titolo di Cavaliere al merito della Repubblica, perché ricoprire questo incarico è davvero complicato – ha concluso Coia -. Abbiamo meno fondi di tutti eppure ci siamo inventati di tutto, abbiamo ridotto le spese, fatto finanza creativa per arrivare a fine anno e siamo riusciti a fare un bilancio e a dare a questa provincia un minimo di visibilità».
Valentina Ciarlante

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