I vertici di Officine tessili italiane fanno un ‘regalo’ di Natale ai 39 lavoratori che da mesi ormai non aspettano altro che essere svincolati. Il liquidatore, Giuseppe Maria Torno, ha infatti comunicato a sindacati e Regione che finalmente procederà al licenziamento collettivo, stante l’impossibilità di dare corso a qualsiasi attività produttiva e commerciale. La società ha cessato da tempo la propria attività e dall’estate scorsa è protagonista di un vero e proprio braccio di ferro con Ittierre, incentrato sulla ‘paternità’ delle maestranze. Dopo la riconsegna del ramo d’azienda, avuto in fitto da Oti per circa tre anni, si è aperto un contenzioso con Ittierre in cui entrambe le imprese rifiutavano di farsi carico dei lavoratori, cagionando loro un enorme danno economico.
Ora, dopo trattative estenuanti, pare essere giunti alla soluzione del problema.
«Allo scopo di salvaguardare detti lavoratori che ad oggi si trovano da un lato non occupati e dall’altro privi del diritto a percepire l’indennità di Naspi, di cui avrebbero legittimamente diritto, intendiamo attivare all’uopo la suddetta procedura di licenziamento collettivo al fine di abbattere gli effetti della risoluzione del rapporto di lavoro», questo si legge nella nota inviata dal liquidatore alle parti sociali.
«Come noto – prosegue il comunicato -, recepita l’impossibilità a proseguire la propria attività produttiva, per via della carenza di liquidità determinatasi a seguito dei pignoramenti effettuati sui conti correnti da parte di Ittierre, Oti aveva proceduto a restituire, lo scorso 30 giugno il ramo d’azienda. Nonostante questo Ittierre aveva immotivatamente contestato la legittimità dell’atto di retrocessione, al contempo disconoscendo la propria titolarità al rapporto di lavoro, così lasciando per mesi i lavoratori senza alcun sostegno retributivo, senza alcuna possibilità di beneficiare di ammortizzatori sociali peraltro ottenibili da Ittierre, senza alcuna possibilità di accedere alla Naspi».
Che non c’era altra soluzione al licenziamento lo si era compreso da tempo, da quando anche la ex liquidatrice, Giovanna Palermo Di Meo, annunciò che l’azienda stava per chiudere i battenti. Ma di tutto ciò i lavoratori, ormai stanchi dell’ennesima ripartenza fallita da parte di una realtà tessile, erano ben consapevoli, tanto da chiedere a più riprese il licenziamento, per poter usufruire almeno di un’indennità di disoccupazione o per potersi ricollocare altrove.
Di certo non è tornato alcun idillio tra Oti e Ittierre ma quantomeno l’avvio della procedura ha sbloccato una situazione surreale, in cui a farne le spese erano 39 famiglie.
«La società attuerà le risoluzioni dei rapporti di lavoro nei confronti dei lavoratori nei termini di cui all’art. 4, comma 9, della Legge 223/1991, lasciando impregiudicato il diritto dei lavoratori di richiedere la legittima ricostituzione del rapporto di lavoro in capo a Ittierre a far data dal 30 giugno, con la consequenziale richiesta di risarcimento del danno derivante da eventuali retribuzioni e/o spettanze maturate da quella data alla risoluzione del rapporto di lavoro – si legge ancora nella nota -. La società è disponibile a valutare l’adozione di eventuali misure, ulteriori e diverse, per far fronte alle conseguenze dell’attuazione della presente procedura nei termini previsti dalla legge».
Ora non resta che attendere l’esame congiunto con i sindacati che si terrà il prossimo mercoledì 20 dicembre.
Spettanze per gli ex Ittierre
Entro fine anno la procedura di liquidazione dell’Ittierre provvederà a effettuare i bonifici di un terzo delle spettanze arretrate dei circa 600 ex lavoratori. La notizia è filtrata dagli ambienti vicini alla società e sarebbe importante per concedere un po’ di ossigeno a tante persone che attendono i loro ‘onorari’ ormai da anni.

Valentina Ciarlante

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