Pulizia delle strade, sfalcio dell’erba e altre attività che consentiranno di migliorare il decoro urbano di Isernia e delle sue borgate. Questi i lavori che, a partire da martedì saranno affidati agli undici migranti ospiti del Cat gestito dalla cooperativa ‘Il Geco’ di Isernia. Prende forma dunque il progetto nato grazie al protocollo d’intesa siglato tra Comune e Prefettura.
L’iniziativa è stata illustrata ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte il prefetto Fernando Guida, l’assessore comunale Domenico Chiacchiari e la responsabile della cooperativa Sara Ferri.
«È un progetto importante – ha evidenziato il prefetto -. A nome del Governo esprimo grande soddisfazione per la sottoscrizione di questi protocolli. Sono già 12 i Comuni della provincia di Isernia che hanno aderito all’iniziativa e che se ne avvarranno gratuitamente. Questo vuol dire che non ci sarà nessuna sottrazione di lavoro agli isernini, in quanto i migranti stipulano un ‘patto di volontariato’ . Inoltre vengono attribuite apposite risorse finanziarie dell’Unione Europea che verranno distribuite tra tutti i Comuni che predispongono dei progetti con le cooperative sociali e che impiegano un certo numero di richiedenti asilo». Per il prefetto è dunque «un ulteriore passo avanti sulla strada della piena inclusione e integrazione sociale dei migranti, tenendo presente che ne abbiamo più di 800 nella nostra provincia. Finora sono un centinaio i richiedenti asilo impiegati in questi servizi di pubblica utilità, mentre invece parallelamente la Prefettura sta avviando, già da alcuni mesi, delle iniziative con imprenditori».
«Grazie al protocollo – ha poi evidenziato l’assessore Chiacchiari – i migranti verranno impiegati nella pulizia di vari spazi della città e delle borgate. È un’iniziativa importante. Noi come amministrazione ci siamo messi a disposizione, e garantiamo massimo impegno anche per creare occupazione per chi ha voglia di integrarsi nel tessuto sociale. Il progetto – ha aggiunto – è gratuito e non peserà sulle casse dell’ente».
«La politica della nostra cooperativa – ha invecesottolineato Sara Ferri – è quella di introdurre nel tessuto sociale i ragazzi attraverso un’accoglienza che sia composta dai giovani migranti ma anche dalla comunità. Che è coinvolta sotto tutti i profili, perché le figure professionali sono tutte della città e i servizi vengono forniti dalla comunità. I ragazzi in questi sei mesi hanno imparato che siamo un’unica comunità, che c’è bisogno di mutualismo e di mutuo soccorso tra le persone per affrontare i disagi e le difficoltà. E i primi risultati li stiamo avendo con risposte concrete. Perché molti ospiti si sono inseriti nel tessuto sociale con tirocini formativi e con veri e propri piccoli contratti di lavoro. Ma insieme a loro abbiamo incluso e reinserito nel mondo del lavoro anche le fasce deboli. Quando abbiamo comunicato ai ragazzi che finalmente era possibile lavorare – ha poi infine evidenziato -, anche a titolo gratuito, per la comunità che li ospita, loro hanno avuto dei momenti di gioia. All’inizio coinvolgeremo solo questo gruppo, ma gradualmente ci saranno altri progetti che, insieme alla Prefettura e all’amministrazione comunale, vogliamo portare avanti – ha concluso – per coinvolgere gli altri ospiti non solo della nostra struttura, ma di tutta la comunità della provincia».
Deb.Div.

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