È scontro aperto tra i medici di guardia dell’ospedale di Isernia e la direzione aziendale. I sanitari del servizio di continuità assistenziale che operano al Veneziale hanno inteso denunciare pubblicamente paure e carenze che da circa due mesi stanno determinando, a loro avviso, notevoli disagi. Il problema ruota tutto attorno al piccolo parcheggio antistante l’ingresso dell’ambulatorio che è posto nel piano seminterrato dell’ospedale, a cui si accede dall’esterno del presidio. La direzione sanitaria ha infatti stabilito che in quel piazzale le auto non possono più sostare, e ha impedito l’accesso, con i propri mezzi, sia agli utenti, sia al personale.
«La decisione, improvvisa, improvvida e illogica, è stata assunta con un’iniziativa del tutto personale, presumibilmente, senza l’adozione di un provvedimento formale e omettendo qualsiasi preventivo confronto con i sanitari ivi operanti – si legge nella nota inviata dalle guardie mediche -. Pertanto, a oggi, si è venuta a creare una situazione intollerabile, sia per i pazienti, con particolare riferimento ai soggetti diversamente abili, sia per i sanitari, costretti a lasciare l’autovettura nel parcheggio dell’ospedale, quindi a diverse centinaia di metri dall’ambulatorio. Per chiarezza appare necessario sottolineare che gli operatori del predetto servizio sono obbligate ad utilizzare i veicoli di proprietà per effettuare i numerosissimi interventi domiciliari, spesso notturni, richiesti dall’utenza. Inoltre le predette barriere architettoniche impediscono, di fatto, l’accesso all’ambulatorio anche ai mezzi di soccorso del 118 e finiscono per costituire un ostacolo per l’eventuale corretta e tempestiva risoluzione di possibili situazioni emergenziali non gestibili direttamente dalla Continuità Assistenziale».
Insomma i medici non lamentano la ‘fatica’ di dover percorrere qualche metro a piedi, ma l’impossibilità a dare risposte immediate in caso di chiamate d’urgenza. Inoltre, quel piccolo viale, buio e lontano dalla strada, contribuisce a innescare un sentimento di paura nell’animo dei dottori impegnati di notte.
«Il disagio interessa soprattutto i pazienti impossibilitati ad accedere direttamente in ambulatorio e coinvolge i disabili che devono far fronte a ulteriori difficoltà– proseguono i medici -. Sono evidenti anche i rischi ai quali si è deciso di esporre gli stessi operatori sanitari, nella stragrande maggioranza donne, costretti di notte, in caso di intervento domiciliare, a raggiungere le proprie auto e successivamente a ritornare all’ambulatorio percorrendo centinaia di metri all’interno del parcheggio dell’ospedale, non adeguatamente illuminato e spesso frequentato da tossicodipendenti e senzatetto alla ricerca di un posto di fortuna dove trascorrere la notte».
Molti episodi di cronaca nera hanno portato alla ribalta le condizioni di poca sicurezza in cui operano le guardie mediche e ora il personale del Veneziale pretende una risposta dall’Asrem per scongiurare il peggio.
«La sede della continuità assistenziale di Isernia, in spregio a ogni accordo sindacale siglato – prosegue la nota -, risulta priva di un sistema di videosorveglianza, di una porta blindata all’ingresso dell’ambulatorio e di un’adeguata illuminazione esterna».
Infine i dottori puntano il dito contro la direzione sanitaria per non essere stati coinvolti in un’altra decisione che ha fatto discutere, cioè quella di allestire, temporaneamente, le camere ardenti nel locale adiacente all’ambulatorio.
«Ovvie appaiono le criticità connesse ad una simile soluzione – concludeono -, sia in ordine alla possibile violazione della normativa sulla privacy dei pazienti che, nell’accedere all’ambulatorio, sono costretti a condividere i locali con le persone presenti presso la morgue, sia in ragione di ipotizzabili problematiche igienico sanitarie connesse all’inidoneità dei locali utilizzati per ospitare le salme».
VC

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