Il Pd chiede conto all’amministrazione del nuovo flop del bando per la piscina. A farsi portavoce di quella che era una inevitabile reazione dell’opposizione consiliare è Fabia Onorato.
«Non spetta a noi trovare le soluzioni – ha dichiarato l’esponente dei dem-, ma è chiaro che il bando per l’affidamento della piscina, nelle due versioni, così com’è stato concepito e predisposto non è appetibile dal punto di vista del profitto economico. Tant’è che nessuno si è fatto avanti».
Il riferimento è alla cifra di un milione e 194mila euro necessaria ad adeguare lo stabile a livello sismico e a completare, più in generale, l’opera di ristrutturazione così com’è stata indicata nel progetto commissionato dal Comune a uno studio professionistico della città. Non è servito nemmeno inserire nel secondo avviso pubblico, quello scaduto lunedì scorso a mezzogiorno, l’allungamento dei tempi della concessione, da 20 a 25 anni, né la possibilità di realizzare un bar e spazi ludici. Il problema è quello dei costi per rendere quello stabile, obsoleto e datato, antisismico secondo le stringenti norme attuali. Questo è stato il principale deterrente per società di nuoto e imprese che si erano mostrate interessate al progetto, andando a visionare la struttura e ipotizzando un loro ingresso. Ora i tempi per la riapertura si allungano e l’amministrazione è al lavoro per studiare un piano che consenta di restituire un presidio sportivo così importante alla città.
Il sindaco e la struttura pensano a una procedura negoziata invitando una decina di privati e in alternativa si potrebbe ipotizzare di investire con fondi propri dell’ente e poi procedere alla concessione della sola gestione.
Intanto le critiche non mancano e la consigliera di minoranza punta il dito contro tutta la giunta.
«In due anni due bandi deserti: è incredibile – ha proseguito Fabia Onorato -. Il secondo è stato prorogato perché le aziende interessate volevano fare un altro sopralluogo. Malgrado tutto è evidente che in entrambi gli avvisi le condizioni inserite non rendevano conveniente a nessun privato l’adeguamento strutturale e la gestione della piscina. Sicuramente chiederemo conto all’amministrazione di quanto accaduto perché dopo due anni non si può assistere a una situazione di stallo di questo tipo. Inoltre, dopo tutto questo tempo la struttura è ancora più fatiscente e l’investimento sarà sempre maggiore. Chiederemo quali sono i provvedimenti che si intendono prendere immediatamente per risolvere questa situazione.
Non si può tollerare che si debba andare a Venafro per fruire della piscina, che i nostri ragazzi non possano imparare a nuotare o che non si possano fare attività di tipo fisioterapico. Qui non si può fare nulla perché non abbiamo nulla».

VC

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