Un incontro urgente col prefetto Fernando Guida per affrontare la tematica relativa all’accoglienza dei migranti. A chiederlo è la consigliera regionale Filomena Calenda, intervenuta nelle scorse in merito alla polemica scoppiata sul trasferimento di 72 profughi da alcune strutture della provincia ai centri di via Berta.
Dopo le parole dure del coordinatore del Carroccio in Molise, Luigi Mazzuto, anche l’altra esponente del partito di Salvini a Palazzo D’Aimmo pone dei dubbi sulla gestione operata finora.
«Vorrei parlare urgentemente con il prefetto per far luce sull’intera situazione che a Isernia rischia di collassare – scrive in una nota -. I cittadini, soprattutto i residenti delle zone interessate maggiormente dal fenomeno, vivono una condizione di esasperato stress. Quotidianamente fanno i conti con culture e abitudini diverse e che spesso danno vita a situazioni poco rispettose degli altri, nonostante la presenza di minori e anziani, spesso destinatari di atteggiamenti equivoci.
Con l’arrivo di altri 72 migranti, la città di Isernia ha raggiunto quota 300 circa e sono tutti concentrati in una ristretta zona. In qualsiasi ora della giornata si assiste a episodi poco consoni con l’ordine pubblico, la morale e la quiete pubblica. Via Berta si sta trasformando in un ghetto pericoloso. La situazione è ormai al limite e la risoluzione non è più procrastinabile».
Secondo Filomena Calenda la quota dei richiedenti asilo accolti a Isernia sta crescendo e ciò sta producendo disagi anche nella pianificazione delle diverse attività d’integrazione.
«Altre comunità scaricano sulle strutture isernine i profughi che non possono più tenere – prosegue la nota della consigliera regionale -. C’é troppa sproporzione tra le città molisane. Mi preme sottolineare, onde evitare spiacevoli incomprensioni, che la Lega e la sottoscritta non hanno mai rifiutato l’accoglienza a bambini, donne, anziani e a quanti scappano dalla guerra o da situazioni di evidente pericolo nelle loro terre d’origine. Però non possiamo permettere che qualcuno speculi sulla vita e sulle disgrazie di altri; non possiamo più permettere di trasformare l’accoglienza in un business spavaldo; non possiamo più permettere che 50 vite umane abbiano il valore di un Mercedes di ultimo modello. Non è più tollerabile assistere al commercio di esseri viventi. Non possiamo permetterci di battere il petto quando si da corso allo smistamento di nuovi profughi e tacere, invece, di fronte a quella che è la più grossa e pericolosa operazione dei grandi poteri. Occorre una reale presa di coscienza e attivarsi per il bene di tutti. Se una comunità sta bene, ne beneficeranno tutti, anche chi verrà accolto».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.