Da oggi inizia una nuova vita per Paolo Albano. L’ormai ex procuratore capo della Repubblica di Isernia ha lasciato l’Ufficio che per otto anni e mezzo lo ha visto parte attiva della lotta alla criminalità di vario tipo. Il suo obiettivo principale, sin dall’arrivo in città, è stato quello di dare un impulso ulteriore alla Procura, impegnandosi su vari fronti. Perché, come lui stesso ha affermato, questa è una terra da preservare e non un’isola felice come molti si ostinano ancora a credere.
«Fu la prima cosa che qualcuno sostenne quando venni qui, ma come dissi all’onorevole Bindi, all’epoca in cui presiedeva la commissione parlamentare antimafia, non è così», ha dichiarato Albano durante la sua ultima conferenza stampa da magistrato. Ieri mattina il procuratore uscente ha voluto incontrare i giornalisti per stilare una sorta di bilancio e accanto a lui non poteva mancare il funzionario Gianfranco Di Filippo, suo braccio destro in tutti questi anni.
Tante le inchieste condotte personalmente nel periodo isernino: il presunto crack dell’It Holding, le false sponsorizzazioni sportive che hanno visto coinvolti amministratori locali, i blitz antidroga tra cui l’ultimo, dell’8 maggio scorso, conclusosi col sequestro di ben sette chili di droga da parte della Squadra Mobile. Albano ha sottolineato come la sinergia creata in Ufficio e con le Forze dell’Ordine gli abbia permesso di condurre indagini importanti e, peraltro, tutto ciò è avvenuto dopo un periodo che lui stesso ha definito delicato.
«Il bilancio è positivo – ha affermato -. Sono stati otto anni e mezzo proficui e pieni di soddisfazioni dal punto di vista professionale. Quando venni a Isernia, la Procura aveva vissuto anni difficili. Il mio scopo principale era quello di riportare serenità, equilibrio e soprattutto di portare a termine il maggior numero di operazioni contro la criminalità, specie contro lo spaccio, contro il fenomeno dell’usura; purtroppo ancora tanto diffuso a Isernia. Ovviamente ci sono state anche operazioni contro la corruzione che qui, come nel resto d’Italia, è ancora abbastanza diffusa e, soprattutto, una delle priorità per la bellezza del territorio è quella della lotta ai reati ambientali».
La tutela del paesaggio e della salute pubblica hanno rappresentato i suoi scopi primari e a tal proposito Albano ha reso noto che è in fase di conclusione un’indagine sulla situazione della piana di Venafro.
«Non posso certamente entrare nel merito, ma mi sento di rassicurare tutti sul fatto che è stato aperto, lo scorso anno, l’ennesimo procedimento in materia, proprio per accertare l’inquinamento nella piana di Venafro – ha detto -. È stata affidata la consulenza tecnica alla ditta che, in Italia, è tra le più specializzate in materia e siamo in attesa dei risultati. Ovviamente non mi pronuncio in merito, perché saranno i colleghi a occuparsi del prosieguo, ma posso rassicurare i venafrani che è stato fatto il possibile per l’accertamento della verità e, soprattutto, per capire se nelle acque del territorio, se nell’aria, esiste effettivamente questo inquinamento ambientale».
Il contrasto al fenomeno dello smercio di droga per Albano spesso si è tradotto in un vero e proprio appello a famiglie e istituzioni. E ieri, nel solco anche della presa di posizione del suo collega D’Angelo, ha voluto nuovamente rimarcare l’importanza di una presa di coscienza corale.
«Ritengo che il fenomeno sia estremamente grave perché anche iniziare con spinelli, definite droghe leggere e che tali non sono, porta a rovinare la vita dei ragazzi e di intere famiglie. Sono sicuro che il collega Fucci porterà ancora avanti questa lotta allo spaccio di sostanze stupefacenti».
Dopo l’incontro con i giornalisti l’ex procuratore, visibilmente emozionato, si è concesso alla cerimonia di saluto svoltasi nell’Aula Aldo Moro. Presenti il presidente del tribunale Enzo Di Giacomo, il nuovo procuratore Carlo Fucci, i collaboratori, i giudici, gli avvocati, le istituzioni locali come vescovo, prefetto, sindaco e i vertici delle Forze dell’Ordine. Tutti hanno espresso il proprio plauso al suo operato e lui ha rivelato la tristezza nel dover lasciare una città che gli ha dato tanto.
«Da un lato c’è la soddisfazione per quello che è stato fatto, e ringrazio tutti: magistrati, personale amministrativo, Forze dell’Ordine, giornalisti che hanno sempre riportato fedelmente le nostre operazioni – ha concluso -. Con la gratitudine che ho verso tutti quanti voi lascio, però, con una vena di tristezza perché sono profondamente legato a questo Ufficio a questa terra. Mia nonna era molisana quindi nelle mie vene scorre sangue molisano e sono profondamente legato alla procura di Isernia».
Valentina Ciarlante

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