Potrebbe riaprire già oggi l’archivio del tribunale di Isernia. L’accesso al personale era stato infatti interdetto a causa della presenza di gas radon nel seminterrato del Palazzo di Giustizia, accertato qualche settimana fa dalle analisi eseguite dall’Apra Molise.
Ieri pomeriggio, così come previsto da cronoprogramma dettato dal presidente Vincenzo Di Giacomo, sono partite le operazioni di bonifica del sito. In azione i vigili del fuoco del comando provinciale di contrada ‘Rio’ che hanno eseguito la procedura prevista in questi casi.
«La bonifica – ha spiegato il vicecomandante dei Vigili del Fuoco Luca Zotti – ha interessato i locali dell’archivio del tribunale, dove è stata rilevata una eccessiva concentrazione di radon. La procedura consiste nell’aspirarlo per poi farlo disperdere in maniera naturale all’esterno».
Oggi invece l’ultima fase dell’iter. A Palazzo di Giustizia arriveranno gli operai del Comune che procederanno ad aprire le finestre sigillate dell’archivio e poi installeranno apposite reti. Provvedimento che si rende necessario per impedire l’accesso di ratti ed uccelli. Sempre gli operai messi a disposizione dall’ente di Palazzo San Francesco eseguiranno eventuali ulteriori interventi finalizzati alla stabile areazione del locale e quindi della sua normale accessibilità. Subito dopo i dipendenti avranno di nuovo accesso all’archivio.
Alle operazioni di bonifica eseguite ieri pomeriggio ha assistito anche il presidente del tribunale, impegnato ormai da tempo nel mettere in campo strumenti adeguati per garantire la sicurezza e tutelare la salute dei lavoratori e degli utenti che, ogni giorno, frequentano il Palazzo di Giustizia. Quello compiuto ieri è solo il primo passo in tale direzione. Analisi simili a quelle eseguite nell’archivio verranno effettuate a breve anche in altre strutture.
«Le verifiche – ha infatti assicurato Di Giacomo – verranno eseguite in tutti gli locali del tribunale e negli uffici delle sedi del Giudice di Pace da me diretti. Al momento però, il problema è rappresentato da fatto che l’Arpa non ha disposizione dosimetri a sufficienza, a causa delle carenze che purtroppo ci sono in Italia. Per questo presenterò formale richiesta al ministero della Giustizia, affinché vengano forniti tutti i dosimetri che sono necessari. Speriamo così che, in tempi brevi, il ministero possa fornirli, consentendo all’Arpa di eseguire le verifiche necessarie».
Deb.Div.

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