Cosa successe nella cella 110 del penitenziario isernino di Ponte San Leonardo la sera del 5 novembre 2014? Entra nel vivo il procedimento penale partito a seguito del decesso di Fabio De Luca, il detenuto 45enne che perse la vita a seguito dei traumi riportati nel carcere dove da qualche tempo era confinato. Per quella morte sono stati accusati di omicidio volontario tre uomini, all’epoca detenuti nella struttura del capoluogo pentro. E ora a loro carico partiranno i processi. Dopo il rinvio a giudizio, Francesco Formigli (difeso dai penalisti di Termoli Nicola Bonaduce e Roberto D’Aloisio) e Elia Tatangelo (rappresentato dal penalista Marcovecchio) saranno giudicati davanti alla Corte d’Assise di Campobasso e la prima udienza è fissata per il prossimo 24 ottobre. L’altro imputato, Aniello Sequino (difeso da Carla Maruzzella), ha scelto invece di essere giudicato con rito abbreviato e tornerà davanti al Gup del tribunale di Isernia Michaela Sapio il prossimo 2 luglio. «Per Formigli – hanno spiegato i legali – avevamo richiesto il rito abbreviato condizionato da una perizia che non è stata accolta e, quindi, si procederà con rito ordinario». Un caso complesso e difficile da ricostruire per gli inquirenti. Fabio De Luca giunse in gravi condizioni al Cardarelli il 5 novembre del 2014 dove morì dopo otto giorni di agonia. All’inizio l’ipotesi più accreditata fu quella di una caduta accidentale dal letto a castello dove il 45enne salì per recuperare un oggetto. La Squadra Mobile di Campobasso, che condusse le indagini su delega della Procura di Isernia parse scettica fin da subito rispetto alla versione della caduta accidentale. L’autopsia, eseguita due giorni dopo il decesso, certificò infatti che le ferite sul corpo di De Luca erano incompatibili con una caduta accidentale.
«Trauma cranico multifocale»: fu il responso contenuto nella relazione del medico legale Vincenzo Vecchione. Morte indotta, dunque, forse a seguito di un pestaggio in cella. Per quel decesso tre ex compagni di detenzione della vittima vennero accusati a vario titolo di omicidio dalla Procura di Isernia. La svolta nelle indagini ci fu nel novembre del 2015, con l’arresto dei presunti responsabili. Per gli investigatori le lesioni sul corpo della vittima erano incompatibili con una caduta accidentale in quanto oltre al colpo alla nuca si è stabilì con certezza che De Luca venne colpito al cranio in più punti con un corpo contundente, a superficie liscia, forse ricoperto da un panno. La Mobile visionò i filmati registrati sia prima dell’aggressione, sia nell’immediatezza dell’evento, analizzando in particolar modo il comportamento di un gruppo di detenuti campani. Fabio De Luca venne descritto come una persona particolarmente litigiosa. Il 45enne romano era stato arrestato per rapina ed era in carcere dopo aver aggredito la madre. Intanto, la famiglia del De Luca, assistita l’avvocato isernino Salvatore Galeazzo, si è già costituita parte civile e continua a chiedere verità e giustizia.

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