Offesa, minacciata e perseguitata da colui che, per un lungo periodo, ha considerato l’uomo della sua vita. La persona con cui aveva immaginato di progettare un futuro fatto di amore e rispetto. Invece è stato un incubo fatto di violenza e paura quello vissuto da una donna isernina, vittima del suo ex compagno. A mettere fine a quell’inferno ci hanno pensato gli investigatori della Squadra Mobile che, grazie a una delicata indagine, sono riusciti a far scattare la misura cautelare del divieto di avvicinamento nei confronti del 40enne residente del capoluogo pentro e già destinatario di un provvedimento di ammonimento.
Una storia come tante, quella vissuta – almeno inizialmente – dalla coppia. I due si sono conosciuti, innamorati e frequentati e, dopo un po’, hanno deciso di andare a vivere insieme. Ma ben presto l’amore ha lasciato spazio alle incomprensioni e poi alla violenza. Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, l’uomo offendeva maltrattava quotidianamente la sua compagna, arrivando persino a minacciarla di morte e a cacciarla più volte di casa.
Il legame ben presto si è spezzato e la donna ha deciso di troncare quella relazione, consapevole che quello non era più amore. Anzi, si è convinta del fatto che non lo era mai stato. Pensava così di voltare pagina e iniziare una nuova vita. Le cose però non sono andate come sperava. Sì, perché il suo ex anche dopo la separazione ha continuato a perseguitarla, per nulla rassegnato alla fine della relazione. La Squadra Mobile ha infatti accertato che per mesi l’ha tempestata di messaggi dal tono minaccioso. Minacce rivolte in molti casi anche ai familiari della vittima. Non solo. La donna si è accorta che il suo ex la seguiva ovunque con la sua auto. Molestie continue che le hanno distrutto la vita, provocandole ansie e paura. Per un lungo periodo è stata infatti costretta a cambiare persino le sue abitudini di vita.
All’inizio e, come purtroppo spesso accade, la donna ha pensato di gestire da sola la situazione, convinta che le cose si sarebbero aggiustate. Con il trascorrere dei mesi, si è però resa conto di aver bisogno di aiuto. E alla fine ha trovato il coraggio per chiederlo. Lo ha fatto presentando diverse denunce in Questura, consentendo di fatto alla Squadra Mobile di mettere in campo strumenti in grado di proteggerla. Proprio al fine di evitare degenerazioni molto pericolose, qualunque episodio di condotta violenta consumata in ambito familiare, è infatti contrastato con rigore e fermezza dalla Polizia di Stato attraverso il ricorso a tutti gli strumenti previsti dalla legge.
La stanza di ascolto riservato. Ma non basta applicare la legge: è necessario assicurare a tutte le donne vittime di situazioni analoghe, accoglienza, informazioni e sostegno, necessari ad affrontare le delicate situazioni che stanno vivendo. Per questo, da qualche mese è stata aperta nella struttura di via Palatucci la stanza di ascolto riservato. Una struttura fortemente voluta dal questore Roberto Pellicone, dedicata alle vittime di genere o comunque vulnerabili.
Al suo interno, personale qualificato della Divisione Anticrimine raccoglie richieste e segnalazioni, per intercettare e gestire con professionalità e riservatezza il disagio e le paure di chi subisce abusi o di testimoni vulnerabili, in modo da rilevare subito eventuali fattori di rischio. L’obiettivo è, in sostanza, quello di garantire una corsia preferenziale anche attraverso l’ attivazione immediata della rete antiviolenza locale e regionale, con la quale si lavora quotidianamente in sinergia. L’esperienza della Polizia e delle associazioni da tanti anni impegnate su questi temi mostra l’esistenza di un “sommerso” che troppo spesso non si traduce in denuncia, anche perché il più delle volte l’aggressore è una persona a cui la vittima è legata da vincoli affettivi, che determinano una condizione di grave stress emotivo e psicologico.

Deb.Div.

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