Tre anni di indagini, 151 persone (tra amministratori e tecnici) segnalate e un danno erariale che supera il milione di euro. Un’inchiesta imponente e destinata a fare scuola quella della Guardia di Finanza di Isernia. Il nome dato all’operazione, coordinato dalla Procura Regionale della Corte dei Conti di Campobasso, è ‘Civitates’ non è certo casuale, perché nel mirino delle Fiamme Gialle sono finiti tutti e 52 i Comuni della provincia dove, nella maggior parte dei casi, sono state riscontrate violazioni alla legge Bucalossi.
Un’indagine complessa ed estremamente articolata, a seguito della quale, sono stati segnalati alla Corte dei Conti, rappresentanti legali, amministratori e responsabili del settore tecnico, per aver causato, con il loro comportamento, un danno alle casse municipali patrimonialmente valutabile, si diceva, in oltre 1 milione di Euro.
Grazie ad approfondite verifiche i finanzieri, coordinati dal colonnello Vito Simeone (comandante provinciale della Finanza) e dal procuratore regionale della Corte dei Conti Stefano Grossi, hanno scoperto che le 151 persone coinvolte – a vario titolo e ciascuno per le sue competenze – non avevano provveduto ad aggiornare gli ‘oneri concessori’, omettendo in sostanza, con cadenza quinquennale, di adeguare gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria e, annualmente, il costo di costruzione, in conformità alle disposizioni sancite dalla cosiddetta ‘legge Bucalossi’ e, successivamente, dal “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”, nonché dalle prescrizioni impartite da provvedimenti regionali.
L’inchiesta. L’indagine, è stata avviata nel 2016 dal Nucleo Polizia Economico Finanziaria di Isernia con autonoma attività investigativa – rientrante nei compiti specifici affidati alla Guardia di Finanza quale organo posto a tutela della spesa pubblica nazionale, in esclusiva collaborazione con la Corte dei Conti – è stata eseguita attraverso l’acquisizione presso gli uffici dei 52 Comuni della provincia di Isernia di provvedimenti amministrativi, vale a dire delibere di giunta, di consiglio e determine. Atti con cui , di fatto, sono stati disposti gli aggiornamenti degli oneri concessori e di quelli autorizzativi, come permesso di costruire, Scia e Dia. Inoltre è stato richiesto, per ogni singola autorizzazione, lo schema di calcolo utilizzato per la determinazione dei relativi oneri concessori.
Dall’esame documentale è stata accertata, nella quasi totalità degli enti verificati, l’inosservanza delle disposizioni nazionali e regionali che regolano la materia. Dopo l’analisi, sono stati quantificati gli oneri che i richiedenti dei provvedimenti autorizzativi avrebbero dovuto corrispondere, qualora fossero stati applicati gli adeguamenti normativamente previsti. La differenza che è emersa tra l’importo versato dal richiedente e quello effettivamente dovuto, opportunamente ricalcolato, ha rappresentato, pertanto, il danno erariale che ora viene contestato.
I risultati. L’intervento delle Fiamme Gialle ha, inoltre – seppur in maniera implicita – sollecitato la quasi totalità degli enti finiti sotto la lente ad eseguire gli aggiornamenti non effettuati, con emanazione di provvedimenti amministrativi correttivi, che hanno sanato una irregolarità, in molti casi, persistente persino da oltre quaranta anni. «In altre circostanze – ha spiegato la Finanza – , gli enti controllati, per effetto delle contestazioni mosse e degli aggiornamenti operati, hanno autonomamente invitato i richiedenti dei provvedimenti autorizzativi a versare le somme aggiuntive, riducendo in parte, o addirittura, azzerando, il danno erariale accertato».
Un’indagine che al momento risulta essere unica Italia, quella della Finanza di Isernia, a seguito della quale sono state avviate indagini analoghe in altre realtà.
Deborah Di Vincenzo

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