«Chiediamo le dimissioni del sindaco». È arrivato forte e chiaro il messaggio che ieri il circolo cittadino del PD di Isernia ha lanciato nel corso di una conferenza stampa incentrata sulle polemiche che si sono scatenate sulle criticità dei parcheggi a pagamento. Com’è noto il sindaco aveva dichiarato che la ditta si era impegnata a garantire il frazionamento della tariffa tramite l’app, un’ipotesi poi smentita negli scorsi giorni dall’amministratore delegato della A.J. Mobilità. Per questo il primo cittadino ha chiesto e ottenuto ieri chiarimenti alla ditta e la stessa ha fatto un passo indietro, legittimando tramite app il frazionamento per mezz’ora. Ma il PD non ci sta: «L’amministrazione si è fatta mettere nel sacco», ha dichiarato il segretario cittadino del partito, Maria Teresa D’Achille.
«Una delibera consiliare non può essere ribaltata in sede di appalto – ha poi sottolineato Luciano Sposato – e il sindaco non può stipulare accordi verbali su un servizio di 15 anni. Insomma, siamo di fronte a una questione tragicomica per i cittadini di Isernia». In discussione anche i servizi migliorativi garantiti dalla società di Spoleto. «Non ci sono vantaggi per i cittadini – ha annunciato Maria Teresa D’Achille –. Dall’accesso agli atti è emerso che i lavori quantificati in 1 milione e 200mila euro sono molto approssimativi. Inoltre i nostri commercianti pagano le tasse per esercitare la propria attività e la ditta, permettendo il pagamento di bollette tramite i parchimetri, fa una concorrenza sleale». Sotto accusa perfino il bando stesso: «Un evidente taglia e cuci che ha delle discrepanze, come il punto relativo agli stalli per i disabili – ha sottolineato Franco Capone –, che nel capitolato compaiono in due articoli discordanti: in uno sono esonerati, nell’altro no. Ma la cosa più grave, e sulla quale lancio una provocazione al sindaco affinché smentisca questa interpretazione, è che nel contratto c’è scritto che il Comune non può sospendere il servizio per più di cinque giorni all’anno, altrimenti deve autotassarsi per l’occupazione del suolo e rimborsare la ditta del 60% del guadagno giornaliero teorico. A questo punto mi chiedo come funzionerà quando ci sarà il mercato oppure il torneo di beach volley. Il Comune dovrà pagare la ditta? Un altro problema è l’aumento delle tariffe, che coincide con un’approssimazione pari al 10% ogni tre anni. Ciò significa che tra 15 anni, al termine della concessione, ci troveremo a pagare 40 centesimi in più, ovvero 1,20 euro all’ora. La verità è che sono troppi i punti poco chiari. Allora chi l’ha scritto questo bando e con quale scopo? Questi sono gli interrogativi da porsi».
Valeria Migliore

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