Scommettere di più sulla qualità e meno sulla quantità. Sono, in sintesi, le previsioni sulla imminente campagna olearia che sta per partire anche in Molise. In controtendenza con il dato nazionale, che prevede un aumento della produzione di olio fino all’80%, dopo il crollo dello scorso anno, in regione la produzione si annuncia con una perdita del 30%, con punte che arrivano al 50% a seconda dell’areale di produzione. A fronte di una diminuzione si prevede tuttavia un aumento della qualità dell’olio dal momento che, fino ad ora, i frutti non hanno subito, come accaduto in passato, attacchi da parte della mosca olearia, che causa una diminuzione della produzione ed il contestuale abbassamento della qualità dell’olio prodotto.
Questo quanto emerso durante l’incontro ospitato nella sala riunioni della Camera di Commercio del Molise ad Isernia, organizzato da Coldiretti, Coprom e Gal Molise Rurale, avente come oggetto le problematiche legate alla “mosca olearia”, il parassita che attacca le olive facendo diminuire drasticamente la qualità e la quantità del raccolto. Numerosi gli olivicoltori ed i frantoiani intervenuti da tutta la provincia di Isernia, che al termine dell’intervento dell’agronomo Mario Stasi, hanno avuto modo di confrontarsi sulle problematiche del settore nonché sulle possibili azioni miranti al suo rilancio.
Nel corso del dibattito è emerso che più che alla quantità in Molise bisogna mirare alla qualità, valorizzando le cultivar locali che hanno tutte le potenzialità per collocarsi sul mercato fra i migliori prodotti di eccellenza del Made in Italy; ciò senza tralasciare il problema sempre più diffuso dell’abbandono degli oliveti, attraverso il cui recupero si innescherebbe un circuito virtuoso in grado di produrre nuova occupazione, valorizzando professionalità specifiche, un esempio su tutti quella dei potatori. Rivitalizzare il settore consentirebbe di attrarre in regione anche nuovi investimenti di cui beneficerebbe tutta l’economia regionale. Facendo sintesi, infine, molto interessante è risultata l’idea lanciata da Coldiretti, presente all’incontro con il delegato Confederale, Giuseppe Spinelli ed il direttore regionale Aniello Ascolese, secondo cui i tempi sono maturi per lavorare ad un progetto di valorizzazione dell’olio extravergine di oliva interamente molisano. Un’operazione questa che passa dalla attivazione di un percorso sinergico che veda impegnati olivicoltori e frantoiani.
Tornando al tema della da diminuzione della produzione, «questa – spiega Coldiretti Molise – è imputabile sicuramente alle condizioni climatiche. Come si ricorderà, infatti – prosegue Coldiretti – la primavera, periodo in cui l’olivo fiorisce, è stata caratterizzata da piogge insistenti che hanno ostacolato l’allegagione dei fiori che in questa fase si trasformano in frutti, uno dei momenti più importanti dello sviluppo del futuro raccolto. Ad una primavera piovosa è poi seguita un’estate torrida e secca; una circostanza questa che pur stressando le piante non ha consentito alla mosca olearia di attaccare i frutti».
«Per evitare il rischio di frodi e contraffazioni, con il prodotto straniero spacciato per Made in Italy, che danneggia agricoltori e consumatori e scegliere quindi il vero Made in Italy – ricorda Coldiretti – il consiglio è di diffidare dei prezzi troppo bassi, guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100% da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica, come quello di Campobasso, dove – conclude la Coldiretti – si ha la certezza di acquistare prodotti a km zero direttamente dai produttori che prima dell’acquisto consentono al consumatore anche di assaggiare il prodotto».

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